L’8 agosto è la data del ‘blocca cantieri’.
L’8 agosto, nella storia istituzionale dell’Italia, segna ciò che non era mai avvenuto prima: si stracciano convenzioni e contratti tra Stato e Comuni per le periferie. Convenzioni/contratti registrati alla Corte dei Conti e pubblicati alla Gazzetta Ufficiale. Perché? Per anteporre gli interessi e le promesse di partito, per le quali non ci sono i soldi, a scapito degli interessi delle comunità e dei territori.
L’8 agosto è una data sicuramente seria e grave per lo ‘scippo’ delle risorse legate al bando delle periferie. Ma allo stesso tempo tragicomica, per tutta una serie di aspetti che stanno emergendo proprio in queste ore. Ieri, proprio mentre era in corso la conferenza stampa in cui denunciavo pubblicamente la decisione solo politica di privare 96 città capoluogo delle risorse dovute, giungeva negli stessi minuti agli uffici del Comune di Rimini la nota ufficiale, attraverso PEC (posta elettronica certificata) da parte di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), che stabilisce ufficialmente un contributo di 5,5 milioni di euro per la realizzazione del grande sottopasso ferroviario previsto nel progetto di Rimini Nord del bando per le periferie. Ripeto, progetto di Rimini Nord di 18 milioni di euro riguardante la ‘‘riqualificazione urbana e ambientale e per il recupero delle vocazioni identitarie dei luoghi dell’area turistica di Rimini nord: lungomari trasformati, una nuova viabilità, l’esaltazione dei tratti identitari delle località, per rigenerare tutta la fascia da Rivabella a Torre Pedrera’! Questo esempio testimonia meglio di ogni altra cosa il corto circuito romano dove il Senato vota la ‘grande rapina’ alle città e alle loro periferie, Rimini compresa, che stanno portando avanti in tutta Italia progettualità straordinarie e complesse. Sono progettualità concertate e co-finanziate in molti casi, come nel nostro, con un attento e approfondito lavoro con i cittadini, con lo Stato, i soggetti del calibro delle Ferrovie, o che prevedono, come in altre operazioni, il coinvolgimento ad esempio di Demanio, Cassa Depositi e Prestiti o di soggetti privati interessati dai progetti di riqualificazione. Alla luce di tutto ciò, Rimini, il Comune l’intera comunità, auspica ancora che in Parlamento ci sia una reale comprensione dell’errore fatto al Senato. Diciamo che può capitare ma non è tardi per ripararvi. Se così non fosse rimarrebbe solo la confusionaria arroganza dei nuovi potenti di chi ora a Roma governa. Come detto, Rimini non si fermerà. Diffide, ricorsi, giudici! E, alla luce anche del paradosso avvenuto ieri, abbiamo nuovi efficaci strumenti amministrativi e legali per avere quanto è dovuto alla nostra comunità.
E grazie alla PEC ufficiale ricevuta ieri da RFI (sembra incredibile!), il Comune di Rimini ha immediatamente reinviato al Ministero competente il progetto definitivo e cantierabile, integrato con l’atto formale che certifica le risorse e l’impegno delle ferrovie italiane sulla riqualificazione di Rimini Nord. Progetto con tutti gli allegati, una mole di circa 140 elaborati/schede tecniche, anticipando così la tempistica prevista dalle convenzioni sottoscritte e pubblicate.
Come ho detto già ieri, reagiremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Anche quelli inediti, come il caso di ieri. Non staremo fermi e muti ad attendere gli effetti nefasti su Rimini Nord (35 mila residenti) e su Rimini intera dell’arroganza partitocratica di chi passa sopra gli interessi della comunità e dei cittadini. Sottolineo, cittadini, cittadini, cittadini”.