Al di là del successo e dei numeri positivi, voglio rimarcare la natura di una manifestazione che si configura sempre più come cantiere aperto del pensiero e dell’approfondimento, in direzione ostinata e contraria rispetto alla dilagante superficialità del ‘tempo reale’ che pare sia regola del dibattito contemporaneo.
Il Meeting di Rimini non è una kermesse, non è una ‘tre giorni’ da cuocere, mangiare e digerire in due e due quattro. C’è un desiderio di confrontarsi, di aprirsi e non tirare su barriere, di vedere e non solo guardare che ne fa ormai un unicum nel panorama della riflessione nazionale e internazionale. E’ un bene prezioso per la città di Rimini.
Questo va ribadito: il Meeting per l’amicizia fra i popoli è il Meeting di Rimini. Per la nostra città è e continua ad essere una risorsa, non solo economica. Sono tanti i riminesi che con il loro lavoro e il loro impegno rendono possibile lo svolgersi di questa straordinaria occasione di vivere la profondità della discussione culturale e dell’incontro/confronto tra esperienze lontane e diverse.
Anche per questo Rimini non si tirerà indietro, pure nel futuro, nel sostegno e nella collaborazione con il Meeting. Il Comune di Rimini, così come la Regione Emilia Romagna, credono nel rapporto virtuoso tra il Meeting e la comunità locale, così come nella necessità di uno spazio di riflessione che non si esaurisca nella velocità - e spesso nell’arbitrarietà - di un tweet, ma che permetta a tutti di esprimersi compiutamente e in piena libertà in una città aperta e libera”.