Per il suo impegno, per il suo essere “donna dal cuore grande" come la chiamano in Zambia, o "Il leone che sa" come la definiscono in Zimbabwe, la dottoressa Pesaresi esattamente 20 anni fa fu insignita del Sigismondo d’oro, per essersi “fatta mente attenta e braccio operoso” di una catena di solidarietà che ha unito Africa e Rimini. E di giovani braccia operose e soprattutto di menti attente la nostra città è piena: ragazze e ragazzi che, come Marilena e come Silvia, ogni anno scelgono di investire il loro tempo e i loro risparmi per andare a vedere con i propri occhi cosa significa povertà, cosa vuol dire vivere tra le tensioni e le guerriglie quotidiane. E’ un popolo silenzioso, attivo e numeroso: sono oltre un centinaio le riminesi e i riminesi che in questo momento sono presenti in Zimbabwe, Kenia, Senegal, Palestina, Colombia, Libano, Albania, Bangladesh e Cambogia. Ragazzi che magari rinunciano alle vacanze con gli amici, che risparmiano durante l’anno per potersi pagare il viaggio (economicamente impegnativo) e raggiungere le missioni, che organizzano iniziative di autofinanziamento attraverso le associazioni del terzo settore a cui fanno riferimento per raccogliere quanto necessario per garantirsi l’opportunità di vivere un’esperienza che, fuori da ogni retorica, lascia un segno indelebile in che la compie e in chi la riceve. Tra le tante mi piace anche segnalare i ragazzi dell’istituto Einstein, impegnati questa estate in una missione in Messico e gli scout del clan Karif della parrocchia del Crocifisso, che si sono recati proprio in Kenya.
Silvia Costanza Romano è uno dei volti di una comunità vasta, impegnata, “attenta e operosa”, che merita sostegno incondizionato. Un popolo di giovani che sa essere indifferente e alzare le spalle davanti all’odio da tastiera e ai pregiudizi stupidi che si riversano come una facilità disarmante per bocca di chi l’Africa probabilmente la conosce solo per i villaggi turistici e che non sa alzare lo sguardo oltre il proprio giardino. Silvia, Marilena – e aggiungo Massimo Migani, dottore quarantenne che ha raccolto l’eredità della Pesaresi in Zimbabwe rinunciando alla sua carriera a Rimini - e tutti gli altri sanno invece guardare lontano, oltre agli ignobili attacchi strumentalizzati ad arte da chi non ha un briciolo di valori oltre che di decenza”.