Su questo fronte la nostra Regione è riconosciuta come uan tra le più avanzate e parallelamente molto si sta facendo per diffondere le buone pratiche per un approccio consapevole alla raccolta differenziata. Un lavoro che sta dando i suoi frutti anche sul territorio: a novembre infatti Rimini ha toccato una quota di raccolta differenziata pari al 71,7%, con una crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno di tre punti percentuali. Uno scatto in avanti non di poco conto, che porta il risultato dei primi 11 mesi del 2018 al 66,9%, avvicinando così Rimini al target del 70%, obiettivo da raggiungere entro il 31 dicembre del 2020. Questo risultato riflette sia la bontà delle nuove azioni messe in campo per potenziare la raccolta dei rifiuti, sia dall’altro lato, e questo è particolarmente incoraggiante, la sempre maggiore attenzione e consapevolezza dei cittadini rispetto all’importanza che una corretta raccolta differenziata e il successivo riciclo dei materiali hanno sull’ambiente. le attivita’ industriali che producono materie prime secondarie, ossia queele riciclate, hanno un impatto sull’ambiente di gran lunga inferiore rispetto a quelle che producono materie prime vergini. buoni riscontri inoltre hanno avuto, come anticipavo, i nuovi servizi introdotti a monte della statale 16 e alcune altre modifiche apportate al servizio in maniera diffusa su tutto il territorio (dall’estensione del porta a porta nell’area a mare della ferrovia a San Giuliano all’ampliamento delle tipologie raccolte nella zona del Grattacielo, solo per citare un paio di esempi). In questo periodo abbiamo condotto anche particolari analisi per capire il comportamento delle famiglie e delle imprese per la raccolta: ad esempio, tenendo come riferimento il periodo tra il 21 e il 31 luglio, è emerso che i conferimenti di rifiuti differenziati avvengono in particolare nella fascia serale dalle 19 a mezzanotte, alla fine quindi della giornata lavorativa e con picchi giornalieri a fine e inizio settimana.
E’ innegabile che l’aumento della buona raccolta differenziata da parte delle famiglie e delle imprese apporta benefici nella gestione dei rifiuti, ma mai come in questi ultimi mesi appare evidente che a questo aumento deve corrispondere l’efficienza della industria del riciclo e dello smaltimento. Il caso esploso a Roma ha portato alla ribalta una generale crisi nel sistema di gestione dei rifiuti, che a lungo andare rischia di mettere in difficoltà anche le Regioni da sempre più virtuose e tra queste, come è noto, c’è l’Emilia Romagna. La risposta non può essere il trasferire i propri rifiuti in un’altra Regione o addirittura in un altro Stato. Non servono vuoti slogan, semmai responsabilità e politiche industriali moderne per dare corpo e sostanza alla chiusura virtuosa della cosiddetta economia circolare attraverso un potenziamento delle attività e dell’industria per il riciclo dei materiali raccolti in modo differenziato. Gli ultimi dati pubblicati indicano per l’Italia un 45% fra rifiuti solidi urbani riciclati o compostati (parte organica), collocando il Paese all’undicesimo posto nella ‘graduatoria europea sul riciclo’ che vede in testa la Germania con il 66% e che posiziona l’Italia davanti a Regno Unito, Francia, Norvegia e Spagna. Una performance discreta quindi, ma che può e deve essere migliorata: e ciò è possibile attraverso la realizzazione in Italia di nuovi impianti di riciclo e di recupero dei rifiuti sia solidi urbani sia speciali, che porterebbe – aspetto questo non meno importante – anche a nuovi duraturi posti di lavoro”.