Per muoversi lungo il Corso pedonalizzato, dall’Arco d’Augusto al Ponte di Tiberio, i ciclisti dovranno portare a mano la propria bicicletta, come previsto dal codice della strada. Un modo per non intralciare gli altri pedoni e anche per ‘ammirare’ le auto ibride o elettriche che potranno tranquillamente ‘sfrecciargli’ a fianco. E’ il paradosso che potrebbe diventare realtà se non sarà messo mano al provvedimento sul tema contenuto nella legge di stabilità, e già aspramente criticato dalle associazioni ambientaliste impegnate sul fronte della mobilità sostenibile, che introduce la possibilità alle auto elettriche e ibride di circolare nelle ztl e nelle aree pedonali.
La sicurezza, il diritto a vivere uno spazio pubblico di qualità, la tutela del patrimonio storico e paesaggistico sono interessi pubblici che sono alla base dell’istituzione della maggior parte delle ztl e aree pedonali nei Comuni di ogni dimensione. Questo provvedimento interviene in modo tranchant e indiscriminato, aprendo al transito delle auto nelle aree pedonali solo perché non inquinanti senza prendere in considerazione le conseguenti implicazioni, evidenzia oltretutto un incomprensibile strabismo politico. La norma così come pensata non tiene per esempio conto dei motivi di ordine pubblico e sicurezza che negli ultimi anni hanno spinto le città ad ampliare le zone pedonali.
Strabismo politico, dicevo, che oltretutto rappresenta anche un disallineamento rispetto alla direzione abbracciata da quei Paesi tradizionalmente più avanzati sul fronte della mobilità sostenibile. Mentre le capitali europee nordiche si attrezzano per diventare car-free in pochi anni (Oslo 2020), l’Italia va in direzione opposta? Proprio l’Italia che invece dovrebbe essere capofila di queste battaglie anche per salvaguardare lo straordinario patrimonio artistico culturale?
Tornando a Rimini, l’entrata in vigore di questo insensato provvedimento si tradurrebbe in un caos. Pensiamo alle ZTL che l’Amministrazione vuole introdurre sul nuovo lungomare nord per renderlo pedonalizzato: con questa norma le auto elettriche e ibride dovrebbero poter sempre passare, in barba al disegno urbano e al progetto su quel quadrante di città pensato e voluto dall’Amministrazione. Immagino già le tranquille passeggiate dei turisti nelle sere d’estate sui nostri lungomari, mentre fanno lo slalom tra un veicolo e l’altro.
E’ evidente che la norma, così come è scritta, è da cambiare. Se il tema che si voleva affrontare attraverso questo provvedimento era quello di introdurre misure omogenee nelle cosiddette ztl ‘ambientali’ (cioè le ZTL create con motivazione fondante la tutela della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e per incentivare la mobilità elettrica) il provvedimento andava scritto su basi completamente diverse e soprattutto andava prioritariamente condiviso con i comuni. Passaggio che non è stato fatto, su questa come su tante altre partite. Da qui l’appello che Milano, Bologna, Rimini e tante altre città stanno lanciando ad ANCI e al Governo per intervenire tempestivamente.