È ufficiale. E’ di ieri la conferma, tramite lettera ufficiale, della direzione dei musei statali di Berlino del prestito ai Museo della Città della Madonna Diotallevi di Raffaello Sanzio, appartenuta fino all'Ottocento alla collezione del riminese Audiface Diotallevi da cui prende il nome.
Un prestito che consentirà la realizzazione di un’esposizione temporanea incentrata sull’opera, considerata uno dei più importanti dipinti giovanili del pittore urbinate.
È la conclusione di un lungo percorso iniziato nell’ottobre 2016 con i primi contatti legati alla richiesta di prestito della Pietà di Giovanni Bellini del Museo della Città per la mostra internazionale “Mantegna e Bellini” allestita dall’ottobre 2018 alla National Gallery di Londra e inaugurata proprio oggi alla Gemäldegalerie di Berlino dove rimarrà aperta fino al 30 giugno.
“Con questo risultato esaltante – è il commento del sindaco di Rimini Andrea Gnassi e del neo assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia – Rimini ha un’occasione straordinaria frutto di un lungo, intenso e delicato lavoro di un insieme di persone tra cui Massimo Pulini, l’assessore uscente a cui tutti dobbiamo molto. Per Rimini è l’ennesima conferma, un attestato di quanto di buono e apprezzato è stato fatto sul tema dell’arte e sul suo ruolo per la crescita culturale, ma non solo, della città. Sicuramente una nuova straordinaria occasione per costruire assieme uno degli eventi più importanti del cartellone delle mostre dei prossimi mesi. Un’esposizione prestigiosa che ha consentito all’Amministrazione Comunale di avviare una rete di rapporti fondamentali per ottenere il ritorno a Rimini, dopo quasi due secoli, della tavola di Raffaello Sanzio, probabilmente concepita nel periodo in cui il celebre artista operò a Città di Castello.”
Il progetto, voluto dall’allora Assessore alle Arti Massimo Pulini e subito abbracciato dal Presidente della Commissione Cultura Davide Frisoni, si avvale della consulenza scientifica dello storico dell’arte Giulio Zavatta i cui studi potranno arricchire la conoscenza della storia di un’opera oggetto di indagine da parte dei maggiori critici.
Di grande interesse anche la storia collezionistica di questo capolavoro, rimasta pressoché sconosciuta dopo che la sua vendita avvenuta tra il 1841 e il 1842 ha fatto calare un manto di oblio sulla provenienza riminese. Al centro dell’attenzione anche l’intera collezione di Audiface Diotallevi che annoverava, tra gli altri, dipinti del Trecento riminese quali il Crocifisso di Giovanni da Rimini e il polittico con l’Incoronazione della Vergine di Giuliano da Rimini, oggi al Museo della Città.
La mostra offrirà inoltre l’opportunità di approfondire il profilo dell’ultimo proprietario, che fu anche Gonfaloniere della città, committente dell’architetto Luigi Poletti per il teatro (e per la propria dimora di campagna, l’attuale Villa Mattioli) e di Francesco Coghetti, col quale tenne personali rapporti per la realizzazione del sipario.
Il ritorno a Rimini dopo 178 anni della Madonna che fu dei Diotallevi è dunque un’operazione espositiva identitaria di recupero della memoria di un dipinto a lungo ammirato in città fino alla sua vendita, e un’occasione di studio assai proficua per meglio conoscerne la storia prima del suo ingresso nel museo di Berlino.