Rimini, 22aprile 2019 – La città di Rimini è pronta a festeggiare la ricorrenza dei 400 anni dell’istituzione pubblica con Gambalunga 400. Festa di compleanno in programma martedì 23 aprile, Giornata mondiale del libro.
Sarà una intera giornata di festa con gli interventi di Luciano Canfora che terrà una lezione magistrale sulla Storia politica delle biblioteche (ore 17,15 Teatro Galli) seguito da Alessandro Bergonzoni impegnato con Marino Sinibaldi in una Conversazione dal titolo Leggi per il silenzio. Il raccoglimento del volume, tra consulto e inconsulto (Teatro Galli ore 18,30).
L’evento al Teatro Galli, condotto dalla giornalista Valeria Cicala, avrà inizio alle ore 16,30 per concludersi intorno alle 19,30. I momenti iniziali e finali saranno scanditi da Voci dalla Biblioteca, due videoregistrazioni dalle Sale antiche della Gambalunga dei brani “The wonderful Widow of Eighteen Springs” di John Cage e “Ohimé ch’io cado, ohimè” di Claudio Monteverdi, eseguite dalla soprano Laura Catrani accompagnata al clavicembalo da Claudio Astronio.
In serata al Teatro degli Atti (ore 21) Vinicio Capossela sarà il protagonista di un incontro dal titolo Ri-trovatori, uomini e bestie in libri e canzoni. Tutti esauriti i biglietti per l’incontro con Capossela, mentre per gli eventi al Teatro Galli sono ancora disponibili un centinaio di posti che saranno messi a disposizione dalle 15 di domani dalla biglietteria del teatro.
La Biblioteca Gambalunga rimarrà aperta per l’intera giornata del 23 aprile offrendo ai visitatori che si sono prenotati la possibilità di effettuare visite guidate nelle Sale antiche: le tre Sale seicentesche, tra cui quella che custodiva i libri “proibiti” dallo Stato Pontificio, la Sala settecentesca che custodisce ancora oggi l’edizione del 1758 dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alambert, la Sala des Vergers realizzata appositamente nel 1938 per ospitare la biblioteca e le carte di Adolphe Nöel des Vergers, antichista e traduttore che risiedeva a Rimini.
Nato il 14 marzo del 1554 e morto il 12 agosto del 1619, Alessandro Gambalunga, fu nipote di un maestro muratore e figlio di un ricco commerciante di ferro che si era arricchito, oltre che con il commercio, con le doti delle sue quattro mogli. Imbevuto di spirito e cultura rinascimentale, ma al contempo calato nella temperie culturale della Controriforma, viaggiò in Europa e all’avvicinarsi della vecchiaia, in mancanza di eredi, redasse un testamento con il quale stabilì destinazione e uso pubblico della biblioteca realizzata nella sua abitazione, Palazzo Gambalunga, fatto costruire tra il 1610 e il 1614, all’angolo della via che portava e porta al Tempo Malatestiano. Ciò che distinse la Gambalunga dalle due biblioteche ecclesiastiche che la precedettero, l’Ambrosiana, aperta al pubblico dal cardinale Federico Borromeo nel 1609, e l’Angelica, donata nel 1604 agli agostiniani dal Cardinale agostiniano Angelo Rocca, fu l’essere stata promossa da un laico che scelse di coniugare la destinazione pubblica alla gestione civica.
Con testamento redatto dal notaio Simone Rossi, il Gambalunga affidò al Magistrato di Rimini i suoi libri (un patrimonio di oltre 2000 volumi), dettando precise disposizioni. Stabilì una rendita di trecento scudi per incrementare le raccolte, uno stipendio per il bibliotecario, “persona di lettere idonea et atta”, raccomandando un orario di apertura comodo al pubblico, che poteva consultare le opere solo in sede; previde inoltre una multa di cento scudi, da reinvestire in libri, per chi li avesse sottratti.
Si legge nel testamento: “Inoltre voglio, e commando, (…) ogn’anno spendere in tanti libri a nominatione del bibliothecario, scudi trecento. (…) e s’habbino a porre con gl’altri suddetti nelle stanze da basso della mia casa, (…) a beneficio et uso principalmente di detto mio herede pro tempore, e poi anco di tutti gli altri della cità, che volessero per tempo nelle medeme stanze di detta mia casa andarsene a servire senza portarli fuori (…) (…) Et acciò detti libri s’habbino meglio e più lungamente a conservare, poiché concerne pubblico commodo, utile, et honore, supplico e priego il detto illustre magistrato, che sarà per tempo, come di cosa pubblica volersi pigliar cura con l’eleggere una persona di lettere idonea et atta per bibliothecario”.
Anche l’ultimo pensiero di Alessandro Gambalunga, prima di lasciare questo mondo, il 12 agosto 1619, è stato per la sua biblioteca. Il 9 agosto, dettò infatti un codicillo al testamento in cui indicava Michele Moretti, dottore in legge, “administratore de’ suoi beni, et bibliotecario”.
Grazie alla dotazione originaria di circa 2000 titoli, e a successive donazioni, il patrimonio antico della Gambalunga è giunto a contare settantamila volumi di testi antichi a stampa, di cui 382 incunaboli e circa 7000 cinquecentine. Possiede inoltre circa 1350 manoscritti, tra cui un esemplare della Divina Commedia del Trecento, trascritta dal patrizio veneziano Giacomo Gradenigo e un prezioso codice con il De Civitate Dei di Sant’Agostino eseguito nel Quattrocento per il signore di Rimini Pandolfo Malatesta. Notevoli soprattutto le donazioni avvenute nel corso del Settecento, epoca per cui la Biblioteca Gambalunga è tra l'altro oggi considerata tappa obbligata per lo studio.
Sin dalle origini la Biblioteca Gambalunga fu un luogo di diffusione e conservazione di un sapere “multiculturale”: numerosi i testi che rappresentano i vari alfabeti, i dizionari, le grammatiche. Fanno parte del patrimonio diverse Bibbie poliglotte. L’impronta fin da subito fu laica e “borghese”. E' inoltre ricca di testi di argomento o origini legati alle culture dell’Estremo Oriente come la prima edizione dell’Alphabetum tibetanum di padre Agostino Antonio Giorgi e un Trattato di medicina ayurvedica graffito su foglie di palma. Tra i testi a stampa da segnalare la prima edizione del De re militari di Roberto Valturio. Sui suoi testi studiò anche Leonardo Da Vinci che prese spunto a piene mani per i suoi scritti sulle macchine da guerra.
Dal XVII secolo ad oggi, importanti donazioni hanno portato il patrimonio della Gambalunga a contare più di 300.000 volumi, tra testi antichi e moderni. Da ricordare quelle dei bibliotecari Luigi e Carlo Tonini, mentre nel Novecento particolare importanza ebbero oltre a quella di Adolphe Noël des Vergers, le donazioni delle famiglie Lettimi e Francolini, del pubblicista e artista Luigi Pasquini. Proprio in occasione dei 400 anni, il noto semiologo riminese Paolo Fabbri ha voluto donare alla Gambalunga un fondo di una cinquantina di testi antichi appartenenti alla madre che li aveva avuti a sua volta dal conte Pietro Ginanni Fantuzzi, noto collezionista di monete papali, originario di Ravenna.
Gambalunga 400. Festa di compleanno è una iniziativa del Comune di Rimini – Biblioteca civica Gambalunga, con il sostegno del Gruppo Sgr e il patrocinio dell’Istituto per i Beni artistici e Culturali della Regione Emilia-Romagna.