Lina di Umberto Giovannini dal 25 maggio in esposizione nell'Ala Nuova del Museo della Città

Il 25 maggio alle ore 18 verrà inaugurata la terza tappa di LINA, progetto realizzato da Umberto Giovannini: una fusione tra installazioni xilografiche, musica e suoni pensato site specific per l'Ala Nuova del Museo della Città di Rimini.
Data di pubblicazione

Umberto Giovannini – artista visivo con un percorso tra printmaking, arti performative e musica –, indaga la percezione del contemporaneo, riletto attraverso la lente di una memoria collettiva.
L’intero progetto, ideato tra Roma e Catania e realizzato tra Londra e l’Italia dal 2016 al 2019, è pensato come un percorso di installazioni della serie di xilografie policrome stampate su carta washi, dove si incontrano esperienze visive e sonore, realizzate assieme al musicista riminese Stefano Pagliarani.
In occasione della mostra sarà presentato il libro d'artista Parole per LINA di Walter Pretolani.

 

la mostra è aperta dal 25 maggio al 16 giugno 2019
da martedì a domenica ore 10.00 - 19.00, chiuso lunedì.
tel 0541 793851  • musei@comune.rimini.it

 

La storia del genere umano è sempre stata una storia di viaggi, spostamenti volontari o forzati, dettati dalla necessità, dal desiderio, dall’irrequietezza. Nella crisi che il mondo europeo sta vivendo, ignorando le proprie responsabilità di potenza coloniale, in questo confronto con un universo che facilmente considera esterno, sembra del tutto assente la connessione con la condizione fisiologica e culturale di ogni individuo e migrante. L’incapacità politica e intellettuale  che immobilizza i governi e le compagini sociali, appare infatti, insabbiata dalla caligine di un tempo depositato, su un passato anche troppo recente e da una precisa volontà di non ampliare lo sguardo. 
Umberto Giovannini parte da qui, dal disegno di ricostruire una storia, precipitata nelle minute cronache di una vita (fotografie, alcune tracce audio, altre memorie orali, volatili) per un complesso esercizio di figurazione mentale che punta a risvegliare proprio questa connessione: la percezione di se stesso, e di ogni osservatore del suo lavoro, come straniero, o estraneo, come individuo in transito, provvisto di una condizione di privilegio che è solo accidentale. Il punto di scaturigine è Lina, una donna che negli anni Venti ha lasciato la nativa provincia romagnola per andare a lavorare presso una facoltosa famiglia, nella capitale e in altre città italiane, tutte lontane da casa. Un ordinario caso di migrazione interna nel periodo tra le due guerre ispira l’intero progetto di Giovannini: immaginare lo sguardo che Lina ha posato su una grande città, la possibilità che abbia avuto una sensazione di inadeguatezza, il pensiero che possa, quasi certamente, aver provato nostalgia per la propria casa e per gli spazi familiari, sono la materia prima per un’epopea xilografica che elabora una forma di identificazione che non attraversa solo lo spazio e il tempo ma anche altre dimensioni dell’esistenza. […]

Pietro Gaglianò
(Estratto dalla presentazione del catalogo)

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:40