Si tratta di una proposta di concessione della durata di 5 anni, che si rinnova dopo la normale scadenza avvenuta lo scorso dicembre 2018. La convenzione infatti era stata sottoscritta il 23 dicembre 2008, e prevedeva la concessione per 10 anni dal Comune ad ACER, per la gestione e la manutenzione di immobili di edilizia residenziale pubblica (ERP). Stiamo parlando sia dei locati ai canoni fissati, previsti dalla norma con i cosiddetti canoni sociali, che quelli destinati ad una fascia di utenti anche con redditi superiori e anche i locati a canoni inferiori a quelli concordati (canoni calmierati).
Unità immobiliari cresciute di numero, in virtù delle nuove costruzioni realizzate in questi anni, che formano un trend positivo di crescita in risposta alla crescente necessità della cittadinanza. Il patrimonio gestito da ACER è costituito infatti da 2.109 alloggi di ERP di proprietà comunale; 406 alloggi di edilizia agevolata di proprietà comunale; 105 alloggi di proprietà ACER; 6 alloggi di proprietà AUSL della Romagna; 56 unità immobiliari per usi diversi (negozi, garage, centri sociali, uffici, ecc.). Un totale di 2.682 unità immobiliari ai quali si sommano i 95 alloggi privati, reperiti attraverso l’Agenzia per la locazione di ACER, per un valore catastale di quasi 47,5 milioni di euro.
Si tratta di un valore immobiliare importante che ACER ha gestito in questi anni con grande scrupolo e con un’attenzione certificata dal Sistema di Qualità conforme alle norme UNI/EN ISO 9001/2015, grazie al quale vengono effettuate periodiche indagini di soddisfazione del cliente, per un miglioramento continuo del servizio, affinché l’attività sia svolta con criteri di efficacia, efficienza ed economicità. Un impegno confermato anche dai bilanci d’esercizio, anch’essi certificati secondo quanto prevede la norma regionale.
Una gestione oculata che ha prodotto diversi risultati, come quello di arrivare ad avere zero alloggi inutilizzati e zero occupazioni abusive. Dato unico a livello regionale, frutto di un’attività scrupolosa avviata anche sul fronte dei controlli che ha portato ad efficientare al massimo i servizi. Attività di ispezione, di contestazione e sanzionatorie, previste dalla norma ma anche frutto di una importante attività di dialogo con gli utenti, che ha consentito di recuperare le morosità e farle calare, in un contesto regionale dove, a causa della crisi economica, il trend è tutt’altro che in diminuzione.
Il passo decisivo nei controlli è stato fatto proprio nel 2018 con l’accesso al sistema che mette in relazione i dati provenienti dall’INPS con quelli dell’Agenzia dell’Entrate. Un matching determinante, che ha consentito un’ulteriore evoluzione dell’attività dei controlli, da cui sono emersi 193 casi di morosità colpevole. Altro caso è quello della morosità incolpevole che viene gestito con criteri ben diversi in quanto riferita a situazioni di grave difficoltà da parte di famiglie che oggettivamente non sono in grado di affrontare le spese mensili, a causa della perdita del lavoro, per la presenza di una disabilità, oppure per altri reali motivi di emergenza sociale. In questi casi intervengono altri meccanismi sociali di sussistenza, come il “fondo per la morosità incolpevole”, stanziato dalla Regione Emilia Romagna.
Resta ancora da capire, l’impatto che può avere in questa direzione la recente introduzione del “reddito di cittadinanza”. Non sono ancora disponibili, infatti i dati che ci consentano di leggerne l’impatto che può avere nel nostro territorio a sostegno dei nuclei più svantaggiati assegnatari di alloggi ERP, ma va segnalata una certa rigidità del sistema. La decurtazione dal reddito di cittadinanza di 280 euro, prevista se la spesa per l’affitto mensile è minore, può penalizzare gli assegnatari che, se da un lato beneficiano di un canone sociale, possono trovarsi in condizioni di una deprivazione economica significativa.
"Si tratta di una convenzione - sottolinea Gloria Lisi, vicesindaco del Comune di Rimini - che va nella direzione che l’amministrazione si è data in questi anni, rivolgendosi ad un ventaglio ampio di cittadini che vivono in condizioni di bisogno. L’obiettivo è quello di favorire l’accesso alla casa in locazione alle fasce sociali che hanno maggiore necessità. La cosiddetta prima fascia di bisogno, a cui abbiamo risposto con l’immissione sul mercato di alloggi da destinare a cittadini che vivono un maggiore disagio economico e sociale. A questo si aggiunge anche la necessità di immettere sul mercato alloggi a canone calmierato da destinare alla seconda fascia di bisogno, cioè quella fascia di famiglie in affitto, appartenenti al mercato privato, ma che non riescono ad affrontare la spesa per l’acquisto della casa e non dispongono di un reddito sufficiente per sostenere il costo di un affitto.”