La scultura, realizzata su progetto dall’architetto Marco Benedettini, ricostruisce lo schema che don Giussani tracciava alla lavagna, quando insegnava al liceo, per spiegare i termini del rapporto tra l’uomo e Dio nella storia umana e, in particolare, l’incarnazione.
Il basamento e la parete di circa due metri di altezza sono in antiche pietre d’Istria, materiale di recupero da lavori di scavo e di proprietà comunale. Sui due lati sono stati apposti gli elementi dello schema grafico in acciaio cor-ten. Il manufatto è stato donato al Comune di Rimini.
“Ci passiamo davanti tutti i giorni – ha esordito, nel suo intervento di saluto e ricordo, il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi - distrattamente, in auto, in moto, a piedi. Sono i luoghi della nostra vita che stiamo cercando di restituire alla dimensione del dialogo, dell’incontro, dell’identità. Don Giussani, a cui dedichiamo questo luogo identitario della nostra città, ha saputo cogliere, anticipandola, qualcosa che non c’era, ponendo lo sguardo del dubbio e della incertezza al centro di un percorso fatto negli anni di migliaia e migliaia di persone che qui si sono incontrate, confrontate, hanno dibattuto, crescendo insieme. Questa rotatoria rimette il mistero e le domande al centro del nostro quotidiano. L’uomo non è composto di certezze ma di dubbi. E le risposte vengono nel rapporto con l’altro. Per questo a Rimini stiamo costruendo piazze, luoghi fisici e non virtuali perché le persone sono fisiche e non fantasmi che si trovano nella rete. E questa rotatoria dedicata a don Giussani è una piazza che incrocia il nostro quotidiano. Distrattamente, da ora in poi una domanda ce la faremo passando di qui. E una risposta finalmente la cercheremo, arricchendoci”.