“6 mila pazienti seguiti, 1.200 nuovi casi ogni anno. Questi i numeri, a Rimini e provincia, dell’Alzheimer, una condizione patologica che solo recentemente, in Italia, è stata affrontata nella sua specificità. Un numero che andrebbe moltiplicato per tre, coinvolgendo i nuclei familiari, dove la classica famiglia diventa la prima badante, in gergo tecnico caregiver.
Parto da questi numeri crudi per dare il senso e la dimensione di una delle patologie simbolo della senilità. “Invecchiare mantenendo attive le proprie capacità fisiche e mentali”, non è solo la mission della vostra associazione, ma uno dei banchi di sfida principali della nostra società.
L’invecchiamento demografico è un fenomeno tanto rilevante quanto ormai diffuso nelle nostre società. Un problema sempre più discusso dagli esperti, e vissuto con preoccupazione dalle famiglie. l’Italia è il paese più vecchio d’Europa, e continuerà a esserlo nei prossimi decenni. Non solo perché nascono meno bambini ma anche perché, con il progresso scientifico, sociale ed economico, le persone vivono più a lungo. Un grande risultato per la società, che deve però necessariamente essere accompagnato da un profondo cambiamento dei comportamenti e da un riequilibrio tra le diverse esigenze delle differenti generazioni.
Cosa facciamo a Rimini
Come Comune di Rimini e distretto di Rimini nord, solo negli ultimi due anni, abbiamo incontrato e assistito più di mille tra anziani fragili con demenza, famigliari e caregivers. Abbiamo aperto sportelli dedicati nei servizi territoriali, anche nelle zone più periferiche, promosso azioni di conoscenza e sensibilizzazione, sostegno psicologico, gruppi di stimolazione cognitiva.
Sono progetti nati dalla stretta sinergia con le associazioni di familiari, una serie composita di gruppi di volontariato che oggi costituisce un fondamentale presidio e una rete di protezione per i malati e le famiglie. Abbiamo ricevuto premi europei per alcune sperimentazioni, come l’Amarcord Cafè (All’Istituto Valloni), dove facciamo dialogare tra loro chi sofrre di questi problemi, o i punti di incontro insieme ai famigliari. Figure di rilevanza nazionale come il dott. De Carolis della nostra Ausl o il Prof. Rabih Chattat dell’Università di Bologna formano i nostri operatori e qualificano interventi territoriali presi ad esempio a livello internazionale. Eppure non basta, perchè il bisogno aumenta, ma non sempre le risorse per sostenere a medio e lungo termini questi servizi che danno profondità e completezza a quelli sanitari.