Previsione di costi rispettate e progetto solido. La vigilia dell’inaugurazione del Metromare è anche l’occasione per fare il punto sulla modalità con la quale l’opera è stata condotta.
Va ricordato che l’intervento rientra nel primo programma delle opere strategiche a livello nazionale individuate con delibera CIPE n. 121 del 21.12.2001 (G.U. n. 51 del 21.03.2002) attuativa della Legge 21.12.2001 n. 443 (cosiddetta Legge Obiettivo).
Il primo progetto risale alla fine degli anni ’90 e venne redatto sotto il coordinamento dell’Ing. Luigi Napoli.
Il coordinatore e responsabile unico del procedimento dal 2001 al 2016 è stato l’Ing. Ermete Dalprato; dal 2016 è l’Ing. Roberto D’Andrea.
Il progettista Ing. Paolo Vergaglia ha firmato il progetto approvato dal CIPE nel 2006; oltre a lui diversi sono i tecnici che hanno contribuito allo sviluppo progettuale fra i quali lo scomparso Ing. Francesco Moschini.
L’apertura dei cantieri è stata condizionata dai pesanti ritardi nell’erogazione dei finanziamenti statali che, pur essendo stati impegnati nel 2006 sono stati resi disponibili solo nel 2011. Nel frattempo era già stato assegnato l’appalto e completata la procedura espropriativa e questo ha consentito di avviare i primi lavori già a fine agosto 2012; essi sono stati condotti da una A.T.I. composta da Italiana Costruzioni S.p.A. per la parte civile e Colas Rail per la parte degli impianti di trazione; la consegna definitiva è avvenuta nel gennaio 2013 ed i lavori sono stati ultimati come da scadenza programmata.
Il progetto è stato approvato dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (C.I.P.E.) con delibera n. 93 del 29.03.2006 per un quadro economico complessivo di 92,053 milioni di Euro finanziato per il 60% dallo Stato e per il restante 40% dagli enti locali sottoscrittori dell’Accordo di Programma: Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini, Comune di Rimini, Comune di Riccione e Patrimonio Mobilità Provincia di Rimini (PMR).
Circa 81,5 milioni sono stati destinati alla realizzazione dell’infrastruttura e assegnati con il provvedimento di approvazione della Delibera. A questi si aggiungono circa 11,5 milioni per l’acquisto dei veicoli, 38 milioni sono stati complessivamente stanziati delle amministrazioni locali e dalla Regione Emilia Romagna. La realizzazione delle opere infrastrutturali già terminate ammonta a un totale di poco più di 78 milioni. Di questi, 5,7 milioni sono stati destinati agli impianti, più di 8 milioni per la risoluzione di interferenze ferroviarie e per lo spostamento delle reti dei sottoservizi urbani, 3 milioni per l’acquisizione delle aree ferroviarie, 4,2 milioni per le indennità espropriative. Infine, 4,3 milioni sono destinati a spese tecniche, sicurezza e collaudi. 10,5 milioni sono stati destinati all’acquisto dei mezzi. L’infrastruttura vera e propria, al netto delle opere accessorie ha avuto un costo di circa 53 milioni, con una media per km assai contenuto rispetto a realizzazioni assimilabili.
“La validità del progetto – commentano da PMR - e la sua corretta gestione sono testimoniati dal fatto che tutti i contratti stipulati sono stati gestiti all’interno del limite di spesa, tutte le fasi di collaudo dei contratti si sono esaurite senza contenziosi”.
Tutte le vertenze aperte contro PMR per quanto riguarda i 680 espropri (151 decreti) si sono concluse con il completo e totale riconoscimento della legittimità amministrativa del procedimento svolto dalla stazione appaltante. Residuano procedimenti per la determinazione dell’indennità espropriativa impugnata da alcune proprietà (14 su 680).
PMR è stata individuata come soggetto attuatore e stazione appaltante, mentre Start Romagna sarà incaricata della gestione del servizio di trasporto.