Uno strumento utile per coniugare l’interesse pubblico per l’acquisizione di servizi si con l’interesse pubblico più generale, ovvero l’inserimento lavorativo di cittadini svantaggiati per realizzare quei stessi servizi oggetto di bando. Dall’ausilio nelle mense e nelle cucine scolastiche, dall’affissione dei manifesti alla custodia dei centri sportivi, dall’accompagnatore sugli autobus fino gli ausili in uffici. Ad oggi sono stati 61 gli utenti in carico allo sportello sociale inseriti in percorsi di inserimento lavorativo grazie all'approvazione del Regolamento sugli appalti pubblici che favoriva l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate negli appalti pubblici promossi da Palazzo Garampi.
Il nuovo Regolamento ha permesso di esigere dalle stazioni appaltanti lassunzione di soggetti svantaggiati appartenenti alle categorie segnalate dallEnte Locale per un ammontare minino del 15% del monte ore complessivo necessario allespletamento del servizio a Bando. Finora la percentuale di ore messe a disposizione dalle Ditte aggiudicatarie è stata pari al 25%, permettendo alle ditte di prendere un punteggio più alto in fase di gara. Il punteggio relativo alla clausola sociale, per regolamento, corrisponde a 2/5 del punteggio previsto per lofferta tecnica, e rappresenta quindi un punteggio strategicamente importante che spinge limpresa concorrente a presentare dei progetti di inserimento lavorativo di qualità.
Madri sole e donne over 55 impiegate al 100%
In particolare a causa della specificità delle gare d’appalto, rivolte a servizi nelle scuole materne, si è data ampia risposta alla categoria madri sole e alle donne over 55; Categoria che, grazie a questa particolare tipologia di intervento, ha ricevuto una risposta dei servizi pari al 100%, essendo al momento tutte occupate in questi percorsi che si sono conclusi con un contratto a tempo indeterminato.
Uno strumento attivo dal 2013 che, per essere rilanciato, è stato oggetto ieri mattina di un incontro tra l’assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini, Gloria Lisi e i dirigenti e responsabili dei settori interni dell’Amministrazione e delle aziende partecipate.
“L’idea- spiega Gloria Lisi – è quello di allargare la platea dei beneficiari attraverso un ampliamento dei possibili soggetti appaltatori con le clausole sociali. Non solo ambiti amministrativi ma anche quelli di aziende partecipate potrebbero permettere di allargare possibilità di impiego, dando nuove opportunità a soggetti in difficoltà. Per intenderci, non stiamo parlando solo del disagio estremo, ma anche di giovani madre sole, uomini fuoriusciti improvvisamente dal mercato per la crisi economica. Per loro, una nuova possibilità lavorativa significa anche la ripresa della fiducia, stima ed autonomia personale. L’idea non è quella dell’assistenzialismo classico, ho bisogno e ti vengo a chiedere i soldi della bolletta; non funziona così, noi apriamo e sosteniamo delle possibilità di impiego, il resto lo deve dimostrare l’utente. I risultati ci stanno incoraggiando a continuare in questa strada ed allargare questo strumento che rappresenta al meglio il fulcro della nostra idea di welfare capacitante fondato non tanto e non solo sui bisogni ma sulle potenzialità di chi è in temporanea difficoltà”.