“Da Roma arriva un riconoscimento del ruolo sempre più di primo piano dei sindaci, a prescindere dalle dimensioni del Comune di cui hanno la responsabilità. Voglio leggerlo non solo come un atto doveroso nei confronti dei primi cittadini delle realtà più piccole a cui spetta un’indennità dignitosa, ma soprattutto come un passo avanti verso una presa d’atto da parte del governo centrale della necessità di conferire una sempre maggiore autonomia e capacità di azione agli enti locali”.
Il sindaco Andrea Gnassi commenta con soddisfazione il via libera annunciato da Palazzo Chigi all’emendamento al decreto fiscale con il quale si finanzierà l’aumento dell’indennità minima per i sindaci dei Comuni più piccoli. La richiesta era stata avanzata e sostenuta da Anci Emilia Romagna, presieduta dal sindaco Gnassi, portata avanti nel confronto con il Governo da Anci Nazionale e da Ali (ex Lega Autonomie) ed è confluita in un accordo raggiunto mercoledì a Palazzo Chigi. L’intesa prevede un’indennità di 1.400-1.500 euro netti per i sindaci dei Comuni fino a 3mila abitanti (oltre 6mila) che ad oggi ricevono dai 1.290 ai 1.450 euro lordi al mese.
“Le cifre rendono bene l’idea di ciò che ci ha spinto a portare avanti questa richiesta - prosegue il sindaco Gnassi – Non si tratta certo di andare ad arricchire i sindaci, ma di riconoscere una ‘indennità di dignità’ che permetta agli amministratori almeno la possibilità di sottoscrivere un’assicurazione, necessaria se si considera quanto i primi cittadini siano quotidianamente esposti. In un paese di campanili come il nostro, quella dei sindaci è la porta a cui bussare per qualsiasi esigenza: i cittadini vedono nel Comune il primo e più vicino interlocutore a cui fare riferimento anche per rispondere a necessità e problemi sui quali gli stessi Comuni hanno scarsi margini di manovra. Aumentano le responsabilità e i fronti aperti, che si tratti di un paese di mille anime o di una città da 150mila abitanti: uno scenario nel quale i sindaci non si tirano indietro, ma vanno messi in condizione di lavorare e operare per rispondere al meglio alla comunità che rappresentano. Ecco perché nel pacchetto di proposte al governo che abbiamo presentato come Anci abbiamo ribadito la necessità di dare ai Comuni una reale autonomia fiscale, organizzativa e riguardo agli investimenti, promuovendo gli enti locali come prevede la nostra Costituzione. Vogliamo contribuire allo sviluppo del Paese ma vogliamo e possiamo farlo solo se abbiamo la possibilità di decidere con maggiore autonomia nel rapporto con i nostri territori. Attendiamo ora nuovi sviluppi su questo fronte, così come su un altro aspetto vitale, come la semplificazione della burocrazia, spesso l’ostacolo principale al compimento di opere e di iniziative strategiche per lo sviluppo urbano e per la qualità della vita dei cittadini”.