Il passaggio dai controlli a campione solo su una parte dei beneficiari dei contributi ad una verifica a tappeto, su ogni singola domanda presentata (dunque non solo dei beneficiari), ha permesso infatti negli ultimi tre anni, sostanzialmente, di dimezzare la percentuale di domande rifiutate per i bandi inerenti i servizi di welfare. Nel 2019, su un totale di 3841 controlli (il 100% delle domande pervenute), l’esclusione per documentazione non corretta si calcola sia stata intorno al 5%. Un risultato molto importante figlio sia delle modifiche regolamentari intervenute a livello nazionale (in particolare per l’utilizzo dell’Isee) che della stretta voluta dal Comune di Rimini per il contrasto ai furbetti dei servizi sociali.
I bandi del welfare
Dalle riduzioni sul pagamento della Tari agli abbonamenti per il trasporto pubblico agevolato, dai contributi per le famiglie numerose ai bonus sociali, sono tanti e variegati i bandi attraverso cui il Comune di Rimini concede agevolazioni fiscali a tante famiglie riminesi. Come parametro di riferimento per l’assegnazione di agevolazioni e contributi si applica il calcolo dell’Isee, che dipende da redditi, patrimoni, numero dei componenti del nucleo familiare, qualità dei singoli componenti. La rilevanza ed il peso che va dato a ognuno di questi elementi sono determinanti al fine del piazzamento in graduatoria di chi ne fa richiesta.
Controlli sulle dichiarazioni
I controlli si sono esponenzialmente potenziati negli ultimi anni grazie anche a sistemi automatizzati e incrociati tra le diverse banche dati e tra Istituzioni. In caso di omissioni o difformità tra i dati inseriti nella dichiarazione ISEE e quelli registrati nel Sistema informativo dell’Anagrafe tributaria, l’Agenzia delle Entrate ad esempio effettuerà la segnalazione all’INPS. Al Comune spetta la verifica dei dati anagrafici, come le residenze e le composizioni dei nuclei familiari.
Nel caso in cui non venga dichiarata la titolarità di nemmeno un conto corrente, l’esclusione dei bandi e i controlli partiranno in automatico. Grazie ai nuovi sistemi informativi ogni voce dimenticata o “forzata” viene segnalata come passaggio errato; c’è chi forza volontariamente chi perché pensa non sia importante. C’è chi non segnala un conto corrente provando a fare il furbo, ma anche chi non lo segnala pensando non sia importante perché rimasto a conto zero o con pochi euro e ormai abbandonato. Ci sono stati acne casi limite, come quelli di una moglie che scopre un conto corrente intestato al solo marito di cui non sapeva nulla, dando il via, oltre all’esclusione della domanda, anche ad una crisi relazionale in famiglia. C’è chi sposta in maniera fittizia la residenza di familiari, o chi prova a non segnalare nel proprio nuclei familiari portatori di reddito. Diversi casi, diverse interpretazioni, diverse scuse, ma un solo risultato, l’esclusione della domanda dalla graduatoria.
“Riducendo le domande escluse dalle graduatorie – spiega l’Amministrazione comunale - stiamo sempre più riducendo il fenomeno dei furbetti, indirizzando le risorse a chi ne ha davvero diritto e, dunque, più bisogno. Negli ultimi tre anni c’è stato un salto di qualità evidente, e ci sono i margini per stringere ulteriormente il cerchio. I nuovi strumenti informatici ci aiutano molto, come la collaborazione tra le diverse istituzioni. Un risultato che fa il pari con quanto già ottenuto in altri ambiti amministrativi, dalle imposte comunali al recupero degli insoluti su rette e buoni pasto, fino alle graduatorie sull’edilizia pubblica. Il concetto alla base di queste azioni è chiaro, azzeramento dei furbetti per assegnare ogni singolo euro a chi spetta”