Oscilliamo magicamente tra la dimensione del borgo e quella della metropoli. Un equilibrio unico, costruito con pazienza, lavoro, abnegazione, senso di responsabilità. Così viviamo questi giorni strani, quasi sospesi: con coscienza e consapevolezza di quale sia il bene primario.
D’accordo, è più facile dirlo che farlo, visto che i problemi derivati da questa situazione globale toccano la nostra vita e l’intero tessuto economico e sociale del Paese. Rispettiamo nuove regole che ci siamo dati per il bene della comunità, locale e nazionale. Sono regole che scompaginano le nostre abitudini, i nostri comportamenti che sin qui abbiamo dato per scontati, acquisiti in via permanente.
E’ vero, la fatica è reale, il sacrificio è tangibile, in qualche modo saremo toccati da questa esperienza. Ma a Rimini vogliamo andare avanti. Anzi, andiamo avanti. Come comunità come persone. Stiamo scoprendo forse ciò che davamo per scontato che avere una grande sanità è qualcosa che fa la differenza persino nel mondo. Stiamo scoprendo che i rapporti tra le persone - in una società attraversata da odio e rancore per molto tempo - di fronte all’inedito, al fatto che tutti senza alcuna distinzione siamo attraversati da qualcosa che non conoscevamo, possono persino essere riscoperti. Il “metro di cautela” delle nuove abitudini può portarci ad avvicinarci persino nell’anima, facendoci sentire persino più comprensivi verso gli altri.
La città va avanti. I cantieri per la riqualificazione della nostra città stanno procedendo senza battute d’arresto: tra pochi giorni verrà aperta la nuova piazza presso la stazione ferroviaria, siamo nei tempi con gli interventi al Parco del Mare e al lungomare nord, così come per la riqualificazione diffusa nelle scuole. Grandi cantieri, piccoli interventi con la nuova asola archeologica… Sono segnali di una città che non ha fermato il suo cammino e non lo vuole fermare. Di questo mi sento oggi in dovere di dire grazie. Grazie ai medici e al personale medico infermieristico per la loro straordinaria capacità di lavoro. Grazie all’Asl ai suoi dirigenti, alla protezione civile, alle forze dell’ordine, alla Prefettura. Grazie agli studenti e alle loro famiglie. Grazie ai dipendenti pubblici, nelle scuole, nel Comune. Grazie alle imprese e ai loro lavoratori. Grazie alla Rimini della solidarietà che è lì tutti i giorni a dare una mano a chi, ancora oggi, ha meno. Grazie a tutto il comparto turistico e dei pubblici esercizi, oggettivamente provato dalle misure preventive di contenimento del virus. Io credo che come città stiamo dando dimostrazione della vera anima di Rimini. Pazienza, lavoro, abnegazione e senso di responsabilità sono state le fondamenta della nostra fortuna e ora sono le fondamenta della resilienza di questi giorni che, sono sicuro, sarà presto una nuova accelerata. Non una ripartenza, perché il motore non lo abbiamo mai fermato.
Da sindaco di Rimini, come altri sindaci, sollecito ancora una volta il Governo a definire e a mettere rapidamente in campo le misure di sostegno economico ai settori imprenditoriali in crisi, a partire dal turismo, magari questa volta evitando capriole burocratiche e meccanismi farraginosi che poi ne rendono impraticabile l’accesso. Forza, Rimini va avanti.