Una forma di costrizione che può portare a regressioni, che talvolta può trovare uno sfogo in atteggiamenti complessi da gestire per le famiglie. Del resto, come spiegare loro l’eccezionale situazione che il Coronavirus ci ha imposto, se nemmeno noi adulti fino in fondo riusciamo a comprenderla?
In questi giorni abbiamo raccolto le richieste di sostegno da parte delle tante famiglie di ragazzi affetti da disturbo dello spettro autistico per trovare una soluzione che potesse coniugare la necessità di osservare le regole per la tutela della salute pubblica e l’esigenza di non sovraccaricare di stress questi ragazzi: a questo scopo, in accordo con la U.O di Neuropsichiatria infantile dell’Ausl Romagna, ho lavorato al progetto “Spazi sicuri all’aperto”, andando ad individuare un’area all’aperto che possa garantire uno spazio per dare un po’ di respiro a ragazzi e alle loro famiglie.
La proposta è stata condivisa sin da subito sia da Prefetto, sia dal Questore che ringrazio così come le Forze dell’ordine per aver compreso la necessità di garantire questa opportunità, a favore della salute psicofisica di soggetti particolarmente fragili. A seguito della chiusura di tutti i parchi pubblici, disposta per evitare assembramenti e affollamenti, si è individuato uno spazio privato, il campo di don Pippo a Santa Cristina, adatto per caratteristiche e posizione a questo scopo. Ringrazio il responsabile don Aldo Amati per la sua generosità e per aver abbracciato nell’immediato e senza esitazione la mia proposta, mettendosi subito a disposizione del progetto, che sarà attivato nei prossimi giorni. In queste ore si stanno mettendo a punto tutte le procedure da seguire affinché l’accesso al campo di don Pippo sia coordinato e regolamentato e saranno seguite tutte le direttive igienico-sanitarie necessarie per garantire qualche momento di serenità in totale sicurezza. Si tratta della prima esperienza di questo tipo applicata in regione in questa fase emergenziale ed è seguito con attenzione dalla vice presidente della Regione Elly Schlein, che potrebbe riproporre il progetto pilota anche in altri territori.
Crediamo sia una piccola forma di aiuto per quelle mamme e papà per i quali l’ansia da Coronavirus è amplificata dalla preoccupazione per i disturbi comportamentali dei propri figli e che vivono con doppia sofferenza questo periodo. Anche pensando a loro e ai loro ragazzi e più in generale per difendere le persone più vulnerabili e più fragili, noi tutti abbiamo l’obbligo morale di restare a casa”.
“Restare in casa, col passare dei giorni, è difficile, pur gradualmente ci stiamo tutti abituando a questa nuova – temporanea – routine. C’è però una categoria di persone per cui interrompere la rassicurante quotidianità non è solo un disagio, ma è un vero proprio trauma: parlo dei ragazzi con autismo, caratterizzati spesso da quella iperattività che li rende così unici, per i quali vedersi privati della vita di scuola, degli appuntamenti di socialità legati anche alla terapia rappresenta una sofferenza il più delle volte impossibile da allievare.
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