Una possibilità ufficializzata dall’ultima ordinanza regionale e disciplinata da una serie di protocolli e linee guida emanate dall'Ufficio per lo Sport, dalla Regione, dalle Federazioni Sportive Nazionali e dagli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI o dal CIP. Oltre alla necessità di adottare comportamenti rispettosi delle ormai consolidate misure di sicurezza e prevenzione – a partire dal divieto di assembramento, uso delle mascherine durante la permanenza nelle aree comuni e per il personale – si aggiunge una serie di rigide prescrizioni, in particolare per la sanificazione e l’igienizzazione degli spazi.
“In questa fase ancora molto delicata e complessa, sono richieste misure molto puntuali e stringenti per la prevenzione o riduzione del rischio da contagio negli ambienti chiusi – sottolinea l’assessore allo Sport Gian Luca Brasini – Questo vale le palestre private come per gli impianti sportivi pubblici: accorgimenti necessari, sulla base delle indicazioni e delle prescrizioni definite dagli organi competenti, ma che inevitabilmente avranno un riflesso pesante sulle associazioni sportive incaricate di gestire gli impianti. Se da una parte si fa appello alla responsabilizzazione degli atleti e degli utenti, imprescindibile in ogni campo, dall’altro alle associazioni è richiesto uno sforzo notevole, sia logistico sia economico. Solo la sanificazione e l’igienizzazione degli spazi richiedono costi altissimi, così come si annuncia una gestione complicata, con l’obbligo di far accedere un numero limitato di atleti rispetto alle ordinarie sessioni di allenamento, per garantire un distanziamento di almeno due metri durante la pratica sportiva. Per intenderci, un allenamento di volley si potrebbe fare al massimo con due atleti in campo. E sono da prevedere lunghe pause tra un allenamento e l'altro per consentire la sanificazione e l'areazione degli ambienti.
Siamo consapevoli che ad oggi il Covid non è ancora un nemico sconfitto e certe norme di comportamento sono indispensabili per non ricadere nell’incubo. Ed è per questo – prosegue l’assessore Brasini - che bisogna studiare strategie alternative per consentire agli sportivi di allenarsi e alle associazioni di sopravvivere, conciliandole con l’esigenza prioritaria della tutela della salute, che oltretutto ha nello sport uno dei suoi motori principali. Durante la Consulta dello Sport alla presenza di tutto il mondo sportivo locale è stato studiato un nuovo modello di fare sport, che ha come obiettivo quello di trasferire all'aperto quanta più attività possibile. Per questo motivo saranno a messe disposizione in forma gratuita per tutte le associazioni sportive riminesi le aree pubbliche all'aperto, i parchi pubblici, gli impianti sportivi outdoor come i campi da calcio e la pista di atletica per la pratica sportiva di base. Misura questa che si aggiunge a quella già approvata e che prevede il differimento al 31 luglio del pagamento delle tariffe per l'uso degli impianti sportivi e la decurtazione del periodo di mancato utilizzo. Questo consente non solo di dare un supporto concreto alle associazioni e dare un’opportunità in più per gli atleti per fare pratica, ma consentirà anche di poter sfruttare le palestre a servizio dei centri estivi, che il Comune ha deciso di riaprire in via anticipata dal 22 giugno. Vogliamo trasformare una situazione di evidente difficoltà per il mondo dell’associazionismo sportivo in occasione per ripensare il modello di fare sport, anche e soprattutto per il futuro post-Covid”.