In quel momento una bomba esplose nella sala d'aspetto della stazione di Bologna, provocando il crollo delle strutture sovrastanti e tranciando i destini di 85 persone provenienti da 50 città diverse, italiane e straniere. 200 fu il numero dei feriti.
C’era anche la riminese Flavia Casadei in quella sala d’attesa, che quel sabato due agosto stava viaggiando verso Brescia, dove l'aspettava uno zio. A causa di un ritardo aveva perso la coincidenza e stava aspettando il treno successivo. Diciotto anni compiuti da poco, studentessa brillante, frequentava la quarta liceo scientifico a Rimini, curiosa ed appassionata, con tanto di borsa di studio, ottenuta ogni anno, fin dalle elementari. Le ultime ore di Flavia sono state raccontate da una ragazza di Cento, salvata dalle macerie, che era accanto a lei al momento dello scoppio, l'aveva conosciuta proprio alla stazione di Rimini. Avevano fatto amicizia, un po' di viaggio assieme e stavano aspettando la coincidenza nella stessa sala d’attesa.
Un ricordo rievocato anche dal fratello di Flavia, Claudio Casadei, che vive e lavora a Rimini, allora era solo un bambino.
Che ricordo ha di sua sorella Flavia?
Avevo solo 11 anni quando il fatto è accaduto, per cui io non posso ritenere di conoscere a pieno mia sorella, lei aveva 18 anni e si affacciava alla vita, io ero solo un bambino. Il ricordo di mia sorella ce l’ho più per i racconti di mia madre e per le testimonianze scritte che ha lasciato sui diari dei suoi compagni. Una persona dotata di grande sensibilità. C’era una sua amica che diceva sempre che Flavia è fatta per “seguir virtute e canoscenza" e questa è una frase che dice tutto. Non a caso gli sono state dedicate appena deceduta delle borse di studio e una scuola, proprio per questa sua caratteristica sete continua di sapere e di capire.
Che ricordo ha del dolore vissuto in quei giorni dalla sua famiglia?
Gli urli di una mamma che perde un figlio e lo sguardo di un bambino che, dalla mattina alla sera, vede la sua famiglia stravolta e sconvolta dalla cosa peggiore che ci possa essere. Un dramma che non porta delle ferite fisiche ma nella mente nel cuore, ti segna per sempre. Un dolore talmente grande per il quale è necessario dopo fare un certo lavoro per metabolizzare e per superare una simile disgrazia. Ci sono voluti diversi anni, perché non è una cosa che si riesce a fare in poco tempo .
Non so neanche se uno psicologo riuscirebbe a farlo, ne io e ne mia mamma ci siamo mai affidati a questo tipo di cure, abbiamo trovato molto la forza, al di la di quello che si possa dire in questi periodi in cui l’aspetto religioso sembra messo in secondo piano - ma non mi vergogno a dirlo - nella fede. La fede è quello che ci ha salvato, forse non una fede perfetta, però sufficiente a salvare questa famiglia dal dolore.
Gli urli di mia madre, quando mio padre è arrivato a casa la sera non me li potrà mai dimenticare, il dolore di un babbo che ancora oggi non so come abbia fatto, è andato a riconoscere la salma di mia sorella a Bologna, da solo. In tutti questi anni lui si è tenuto tutto dentro e a causa di questo si è anche ammalato, andandosene 7 anni fa. Ricordo quando il comune aveva allestito la camera ardente negli uffici sotto i portici, dove adesso c’è l’URP e mia mamma insisteva per vedere mia sorella, mio padre ci ha sempre detto "ricordatevi di Flavia sempre come era fatta quando se n'è andata, ma non chiedetemi cosa ho visto". Quello che ha visto quando è andato a Bologna non l’ha mai detto a nessuno.
Secondo lei, dopo tutti questi anni è stata fatta giustizia ?
E’ una domanda a cui voglio rispondere con quello che c’è scritto nel manifesto realizzato dall’Associazione famigliari delle vittime del 2 agosto, per il 40esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna. “2 agosto 1980, 2 agosto 2020 - recita quest’anno il manifesto - Strage fascista alla stazione di Bologna, 85 morti e 200 feriti. La strage è stata organizzata dai vertici della loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti”.
Non so fino a che punto, dopo 40 anni sia una verità piena nel senso che chi sapeva i suoi segreti se li è portati nella tomba a partire dai vertici dei servizi segreti di quel periodo e dai rappresentati di governo di allora. Persone che sicuramente sapevano e che non hanno mai parlato e che ora sono morti con tutti i loro segreti. Siamo il paese di Machiavelli in tutti i sensi, ecco dove nasce il coraggio di ciò che è stato scritto su quel manifesto.".
A Flavia Casadei è dedicata una scuola primaria a Viserba e una via.
Si ricorda che le celebrazioni per il ricordo della Strage di Bologna a cui parteciperà come sempre il Comune di Rimini con il Gonfalone della Città, è prevista per domenica 2 agosto a Bologna e sarà presente l'Assessore Mattia Morolli con il fratello di Flavia, Claudio Casadei.
In questo 40 esimo anno dalla strage, Rimini si unisce a Bologna per questo doloroso ricordo, anche con la celebrazione in programma sabato 1 agosto, quando verra' deposta una corona di fiori all'ingresso della scuola primaria di Viserba intitolata a Flavia Casadei. Un importante momento di ricordo che si terrà in presenza dei familiari della giovane studentessa riminese, dell’Assessore alla Scuola Mattia Morolli, del Dirigente scolastico Myriam Toccafondo e di una delegazione di studenti e genitori.
In alto: le immagini della tessera ferroviaria (per i figli dei dipendenti delle Ferrovie dello Stato) di FLAVIA CASADEI, fornite dalla famiglia.