Opere allo scoperto: Il soffitto di Palazzo Lettimi

"Fiero, risoluto e terribile" il soffitto di palazzo Lettimi del celebre manierista Marco da Faenza a cura di Giulio Zavatta venerdì 7 agosto ore 21.30 - Lapidario del Museo della Città, via L. Tonini 1 - Rimini.
Data di pubblicazione

Venerdì 7 agosto alle ore 21:30 il programma della rassegna "Opere allo scoperto", propone nella piacevole ambientazione del Lapidario romano (nella Sala del Giudizio in caso di maltempo) l'incontro "Fiero, risoluto e terribile": il soffitto di palazzo Lettimi del celebre manierista Marco da Faenza  condotto da Giulio Zavatta che porterà alla scoperta di una delle più pregevoli opere della Rimini del Cinquecento, sopravvissuta alle distruzioni dell'ultima guerra.

Fiero, risoluto e terribile” sono gli aggettivi con i quali Giorgio Vasari, nelle Vite, tratteggia le capacità del collaboratore Marco Marchetti da Faenza. L’artista romagnolo, infatti, visse da protagonista la stagione della decorazione di Palazzo Vecchio a Firenze, dove non solo fu il principale interprete delle campiture decorate a grottesca – genere nel quale fu tra i maggiori protagonisti nella seconda metà del Cinquecento – ma si trovò spesso a collaborare, e a realizzare di sua mano, scene figurate utilizzando i cartoni del celebre artista aretino. Una fortuna ininterrotta che lo rese protagonista anche in alcuni primari cantieri romani, come la Casina di Pio IV e soprattutto le logge di Gregorio XIII in Vaticano. L’attività romagnola di Marco da Faenza è rimasta invece sotto traccia, sebbene avesse introdotto nelle terre di origine istanze vasariane e derivate dallo stile che si stava affermando a Roma, collegato in particolare ai modi di Federico Zuccari.

Tra i disastri della guerra a Rimini, uno dei più gravi è indubbiamente stato la distruzione – peraltro parziale – di palazzo Lettimi, un tempo appartenuto alla famiglia Marcheselli. Proprio i Marcheselli, dopo aver commissionato a Vasari il San Francesco che riceve le stimmate conservato nel tempio malatestiano, chiamarono a Rimini Marco Marchetti per decorare il salone della loro dimora. Indubbiamente si trattava della decorazione profana più importante nella Rimini del Cinquecento, dovuta a un pittore allora assai famoso. Le tavole superstiti del soffitto di palazzo Lettimi costituiscono pertanto un testo fondamentale per la diffusione del manierismo a Rimini; la vicenda personale di Marchetti e dei committenti permette inoltre di configurare scenari romagnoli molto particolari, legati alla controriforma e ai processi intentati ai danni di alcuni pittori faentini, che indussero Marchetti per qualche tempo a trasferirsi proprio a Rimini, ospite in casa Marcheselli.


Giulio Zavatta, riminese, è ricercatore presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia dove tiene le cattedre di Storia dell’Arte Moderna e Metodologia della ricerca storico artistica. Vanta numerose pubblicazioni, monografie e articoli su riviste italiane ed estere, sull’architettura del Cinquecento, sul disegno antico, sulla storia della critica d’arte. Un privilegiato campo di interesse è dedicato alla storia dell’arte a Rimini in epoca moderna.

È richiesta la prenotazione telefonando allo 0541 793851, fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti.

La partecipazione è gratuita.

Il calendario prosegue come da programma:

  • 21 agosto Sonia Migani, Maschere dell'Africa: sguardi e percorsi di lettura
  • 28 agosto Stefano De Carolis, Dalla cucina all’ambulatorio: vetri più o meno noti dalla Domus del Chirurgo

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:34