Non è una sorpresa per nessuno che anche nel sottosuolo di piazza Malatesta, cuore della città romana e di quella medievale, siano emersi ritrovamenti, come di recente era avvenuto in Piazzetta San Martino, sotto il Cinema Fulgor, sotto il Teatro, sotto l'Istituto Leon Battista Alberti, sotto Palazzo Agolanti ex sede della Banca d'Italia, in via XX settembre appena oltre l'Arco d'Augusto, e poi con la necropoli in via Simonini e molti altri ancora. Sono proprio i lavori di rigenerazione urbana che hanno il merito di riportare alla luce ritrovamenti che altrimenti rimarrebbero sconosciuti. Quando questo avviene si ha la possibilità di studiare, documentare, fotografare, ricostruire informazioni che altrimenti non sarebbero state portate alla luce, ed è da questo momento che vengono incamerate e catalogate scientificamente le informazioni che solo gli archeologici possono fare e vengono quindi studiate tutte le possibili valorizzazioni di ciò che è venuto alla luce. Ciò che è avvenuto sotto il Teatro Galli è un esempio di valorizzazione, ma molte altre modalità possono essere pensate per valorizzare i ritrovamenti, da mostre di reperti a pubblicazioni, a possibili esposizioni in sito, a ricostruzioni virtuali, a conferenze divulgative... Tutto questo sta dentro le competenze e le funzioni assegnate alla Soprintendenza nella sua autorevole qualità di alta sorveglianza, è un lavoro scientifico, che le compete e le appartiene, quello che deve essere fatto quando avvengono ritrovamenti, non certo subordinato a un input politico.
Non si fa il bene della città e non si acquisiscono nuove conoscenze se in partenza ci si divide come si fa fra le curve di Milan Inter, Roma Lazio, è andata così tante volte come nel caso della ricostruzione del Teatro Galli, quando ci si volle dividere fra chi voleva una “colata di cemento” e chi voleva il Teatro com’era nei ricordi vissuti sulle ginocchia amorevoli del nonno. Probabilmente avrebbe vinto ugualmente il progetto all’italiana di Poletti con argomenti seri senza bisogno di creare caricature di mondi contrapposti. Noi non ci metteremo mai in difesa contro chi vuole conoscere e valorizzare quanto emerge negli scavi, siamo i primi a voler conoscere e valorizzare, parlano per noi l’esempio di come sono stati condotti gli scavi sotto il teatro Galli e quelli della Domus del chirurgo, fra gli altri. Quei ritrovamenti nella Piazza Malatesta non ci sarebbero se il progetto del Museo Fellini non li avesse messi alla luce e se il cantiere del Galli non avesse fornito indicazioni preziose anche su parte della piazza. Là, per la cronaca, dove per oltre mezzo secolo l’unica preoccupazione era trovare il posto auto e non certo la valorizzazione di beni archeologici o storici… Ciò per ribadire come la Soprintendenza, nella sua autonomia, deve compiere gli approfondimenti necessari e indicare il percorso. Al termine dei quali, come ogni volta, l’Ente pubblico assumerà le decisioni migliori per la città e la comunità, una sintesi di tutte le componenti in atto che, esempio migliore non potrebbe esserci perché lì a due passi, hanno portato alla realizzazione dell’area archeologica multimediale del Teatro Galli, nell’ambito dell’intervento per il suo restauro e rigenerazione. Non condivido la tentazione di tirare per la giacchetta la Soprintendenza che deve agire nella sua autonoma sorveglianza e tutela, e alla quale va lasciato il tempo degli approfondimenti necessari, ma se una cosa è apparsa chiara in molte delle considerazioni di ieri è che non si può dire ‘apro e poi vedo cosa c’è, in modo arbitrario, anche perché questo approccio danneggerebbe le stratificazioni esistenti. Quello che è certo è che bisognerebbe ora andare ben oltre la pur legittima diatriba fra opposte fazioni, con la inevitabile dialettica dichiaratamente politica e persino buffa (un consigliere della Lega ha proposto di rifare il parcheggio delle auto in piazza Malatesta…) e con il nervosismo, questo si evitabile, con cui è stata condotta e chiusa la Commissione consigliare di ieri. Ma la priorità è sempre di più la conoscenza e su questo, un appuntamento importante la Soprintendente Annalisa Pozzi lo ha dato alla prossima edizione del Festival del Mondo Antico, dal 14 al 17 ottobre prossimi, quando, in una serie di conferenze, verrà illustrato il patrimonio storico e archeologico derivante dagli scavi di una città come la nostra che da qualche tempo ha scavato molto, anche in seguito ai molti cantieri aperti. Cantieri per teatri, musei, piazze.