Da parte del Comune di Rimini ho innanzitutto ribadito come oggi più di ieri sia indispensabile raggiungere e non derogare agli obiettivi indicati dalla legge, alla luce però delle indicazioni e delle situazioni inedite, effetto della pandemia.
In questo senso ho chiesto all’assessore Lori un impegno nella direzione di rendere lo strumento legislativo e i suoi applicativi flessibili, agili e capaci di adattarsi agli sviluppi in tempo reale dei contesti territoriali. Credo questa sia una precondizione necessaria: non possiamo certo permetterci - le istituzioni, i privati, le comunità, strumenti - percorsi rigidi e ingessati perché finiremmo per penalizzare interventi e incentivi.
In questo solco rientra, anzi avrebbe dovuto rientrare, tutto il tema del cosiddetto ‘stato di fatto, stato di diritto’ da tempo in discussione in Parlamento. La possibilità, cioè, richiesta anche da Anci di intervenire sulla messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, superando la non congruenza tra stato di fatto e stato di diritto per permettere lavori ad esempio sul rischio sismico delle abitazioni. Dobbiamo, Comuni, Regione, avere il coraggio di riproporre queste modifiche normative a Roma. Purtroppo per ora non sono state accolte nella discussione sul decreto legge ‘semplificazioni’, ma questa è una questione cruciale per la rigenerazione del tessuto esistente
Analoga chiarezza va fatta su rispettivi ruoli e competenze in materia urbanistica tra Regioni e Province: non possiamo permetterci accavallamenti di funzioni che portano con sé lentezza e equivoci.
Sul tema più tecnico ritengo utile riflettere per una spinta vera e convinta sulla digitalizzazione in materia di atti. Fondamentale digitalizzare tutti gli uffici, le pratiche edilizie. Serve per velocizzare gli interventi e per accompagnare il cambiamento della nostra società, anche all’insegna di quello che abbiamo imparato dal Covid. Se le risorse del Recovery Fund devono essere investite per interventi strutturali, questo è un intervento strutturale. Digitalizzare l’edilizia vuol dire anche velocizzare la riqualificazione energetica e sismica del nostro patrimonio esistente ora che ci sono incentivi importanti. Vuol dire parlare di clima e ambiente. Vuol dire fare lavorare aziende e creare nuova occupazione.
La regione Emilia Romagna ha fatto e sta facendo molto su questi fronti e deve mantenere lo sforzo anche in futuro, ad esempio, sui bandi per la rigenerazione urbana, per l’edilizia sociale, per la mobilità, supportando anche i Comuni più piccoli nell’adesione a queste competizioni. Così come sostenere gli stessi nell’organizzazione degli uffici di piano.”.