Interventi che si inseriscono in un progetto didattico più ampio la cui finalità è quella di creare un contatto, non episodico, con la natura durante il periodo della prima infanzia, ripensando radicalmente il classico rapporto tra “dentro” e “fuori”. Un’idea che si avvicina alle più innovative pratiche scolastiche nella natura che, dal dopoguerra a oggi, si sono diffuse soprattutto nel Nord Europa. La proposta innovativa si riallaccia alla grande stagione pedagogica delle scuole all'aperto nate tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento in vari paesi europei, tra cui l’Italia.
Un contesto in cui Rimini fa scuola, a partire dal 1983, nella fase pionieristica, quando ancora non esisteva il termine in lingua inglese, con cui poi è stato diffuso su larga scala. Un ambito in cui il Coordinamento pedagico ha sviluppato una esperienza pluriennale, sfociata in pubblicazione specializzate e corsi di formazione per insegnanti ed educatrici.
“Un investimento – spiega Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – che si aggiunge a quanto già fatto in estate. Giardini sensoriali e outdoor education sono il frutto di un pensiero pedagogico all’avanguardia, di cui Rimini è un centro importante. Al pensiero, alla pedagogia, stiamo ora aggiungendo anche le strutture e la strumentazione specialistica, nella convinzione che, aldilà delle contingenze del momento, l’ambiente e la natura debbano sempre più essere esperienze e materie di studio e vita, a partire dalla più tenera età”.