Dichiarazione di Gloria Lisi, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini

Gli anziani non solo sono indispensabili, ma rappresentano anche una parte attiva e produttiva importante della nostra comunità.
Data di pubblicazione

Ogni giorno svolgono attività indispensabili per la nostra comunità e lo fanno sia direttamente, grazie al loro impegno nell’associazionismo e nel volontariato, che indirettamente, sostenendo carichi famigliari importanti, ad esempio con i nipoti, e permettendo a tanti adulti di recarsi ogni giorno al lavoro. Il riferimento, voluto, è all’infelice uscita del governatore della Liguria Giovanni Toti che, tramite twitter, ha definito gli anziani over 70 come “non indispensabili allo sforzo produttivo” del Paese.  Riferirsi a delle persone come fossero semplicemente risorse economiche prima che esseri umani, donne e uomini che custodiscono memoria, coltivano affetti, che sono madri, padri, nonni, fratelli non è solo immorale ma, semplicemente, sbagliato.

Gli anziani sono tra l’altro una categoria molto diversificata che comprende al suo interno persone con caratteristiche, potenzialità e bisogni assai diversi. Basti pensare che, anagraficamente, tiene insieme i sessantacinquenni con gli ultracentenari. Anche se riduciamo il numero, seguendo Toti, agli ultra settantenni, il concetto non cambia poi di tanto. A Rimini sono circa 27 mila e 500, di cui 2.300 non autosufficienti. Già dai numeri è evidente come la stragrande dei nostri anziani siano persone ancora attive e pienamente coinvolti in famiglia e nella società. Abbiamo sessantacinquenni, settantenni ma anche ottantenni che, prima del Covid, entravano ogni giorno nelle nostre scuole per insegnare i segreti delle coltivazioni, dell’artigianato, che accompagnano tuttora i nostri figli con i piedibus, che tengono aperti centri di aggregazione e di socializzazione di quartiere tramite i Civivo, che servono nelle mense e portano il loro aiuto ai più bisognosi della città tramite le associazioni di volontariato. Non è possibile quantificare la produttività del loro impegno, ma senza questo contributo ogni comunità, quartiere, famiglia si troverebbe improvvisamente più povera, anche economicamente.

Non facciamone allora una questione di età, perchè spetta proprio alle istituzioni garantire a tutti, indipendentemente dall'età e dalla capacità produttiva, il diritto di non essere lasciati soli, di sentirsi protetti e  parte della società.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:33