A portare i saluti per il Comune di Rimini è stata l’assessore alla pianificazione del territorio Roberta Frisoni, che ha aperto la sessione dedicata a “Progetto e qualità”, l’importanza del progetto come presupposto per la costruzione di spazi capaci di garantire qualità, condivisione e relazioni.
“Progettualità che oggi deve necessariamente tenere conto dei nuovi scenari e del cambio di prospettive dettate dalla pandemia, che ha stimolato una nuova organizzazione della società, delle comunità e degli spazi della città – ha sottolineato l’assessore Frisoni nel suo intervento – Fenomeni che già erano in corso e che oggi sono diventati imprescindibili. Usciremo da questa pandemia con una maggiore propensione alla digitalizzazione, alla dematerializzazione dei processi, con lo smart working come prassi diffusa. Allo stesso tempo ci sarà anche maggiore domanda di servizi prossimi, vicini. Le città in questa fase si stanno interrogando su come ridisegnare l’assetto urbano proprio ponendosi il target dei 15 minuti: in 15 minuti a piedi il cittadino deve avere a portata di mano ciò che gli serve per l’istruzione, la socialità, l’assistenza, l’attività sportiva, i servizi. Nuove funzioni che si traducono in straordinarie opportunità di riuso di contenitori in cerca di una destinazione e che aprono a nuove prospettive per l’urbanistica e l’edilizia, in chiave di rigenerazione e sostenibilità.
La sfida decisiva su cui l’Italia e i territori devono scommettere e investire, è quella climatica: basti considerate che otre 40% emissioni climalteranti vengono da edilizia. Sfida che sul piano locale abbiamo accolto nel Rue, che sarà presto approvato in Consiglio Comunale e che tra le varie azioni prevede incentivi volumetrici per chi investe su riqualificazione energetica e sismica e sgravi sugli oneri. Interventi che vanno ad integrare importanti misure governative come il superbonus del 110% e il bonus facciate, ma che non possono essere risolutive se non avviene uno scatto in avanti del Paese, mettendo in campo anche idee nuove. Si può pensare ad esempio al superamento di alcune leggi nazionali relative a dotazioni di standard come parcheggi pertinenziali o altro e proporre un patto pubblico-privato per ripensare standard o dotazioni che consentano magari ai Comuni di avere risorse per intervenire su scuole, palestre, edifici pubblici esistenti, vincolate a miglioramenti sismici ed energetici.
Su tutto però un tema di fondo resta ovunque e a maggior ragione in una città turistica come la nostra: è la bellezza a dover sempre comunque guidare i progetti, all’insegna di un innalzamento della qualità del vivere e dell’abitare. A tal proposito, condivido le legittime preoccupazioni sugli impatti che un’applicazione non attenta nei centri storici del superbonus del 110% potrebbe avere sul paesaggio. Sono preoccupazioni corrette, che vanno affrontate con lo studio e l’approfondimento necessario. In questa direzione va il progetto del Comune di Rimini per la riclassificazione degli immobili del centro storico grazie al quale stiamo approfondendo le tipologie di interventi da consentire per garantire e bilanciare i due interessi pubblici: tutela del paesaggio e salvaguardia dell’ambiente.
Su Rimini tanto è stato fatto per valorizzare la bellezza degli spazi pubblici: pensiamo a quello che era un parcheggio tra il castello e il teatro e che diventerà una nuova piazza, ai lungomari che erano una lamina d’asfalto e dove si sta restituendo spazio alle persone, al verde, ad una nuova socialità. C’è ancora tanto da fare, sia negli spazi pubblici diffusi sul territorio, sia negli spazi ed edifici privati. E non è solo un tema di zona turistica, dove c’è una sfida tutta riminese, ma riguarda tutto il contesto urbano. Le persone stanno riscoprendo i quartieri, le vie, i negozi, le piazzette e i giardini sotto casa. Il buon uso di questi spazi è la sfida che tutti dobbiamo cogliere, all’insegna della bellezza e della sostenibilità”.