La vicenda risale a pochi giorni fa quando al Comandante Rossi viene segnalato da parte di uno dei suoi agenti un post su Facebook critico nei confronti dell’operato dei vigili. Se il contenuto del post rientrava nella legittima critica da parte del cittadino, non altrettanto si può dire di uno dei commento seguiti al post, nel quale si apostrofava le vigilesse con un tanto grave quanto purtroppo abusato ‘epiteto’ a sfondo sessuale, offendendo l’onore e il decoro del Corpo e delle agenti quotidianamente impegnate nei servizi di presidio e controllo della città. A quanto risulta né l’autore del commento – a cui corrisponde un profilo che a una prima verifica risulta essere un ‘fake’ – né l’autore del post hanno avuto diverbi diretti con il personale della polizia locale. “Ho quindi ritenuto necessario procedere ad una querela contro ignoti, per difendere l’onore delle colleghe che troppo spesso sono colpite da questo genere di offese, sempre ingiustificabili e ancora più vili quando si consumano sui social network e per lo più usando profili falsi per nascondere la propria identità – spiega il Comandante Rossi – Mi riserverò di costituirmi parte civile insieme a tutto il personale femminile del Corpo, a cui va il mio ringraziamento per il grande impegno profuso soprattutto in questi tempi così difficili”. “Certe parole, certi commenti, certi atteggiamenti sono inaccettabili, vanno stigmatizzati sempre e quindi puniti – commenta l’assessore alla Polizia Locale Jamil Sadegholvaad – E’ ora di smettere di far finta di niente, o peggio di sorridere, davanti a certe parole che mal nascondono ignoranza, mancanza di rispetto, scarsa cultura di genere e profonda maleducazione. In questo caso si delegittima le agenti sotto il loro profilo professionale, diffamando con loro l’intero Corpo. Bene ha fatto quindi il Comandante a non far cadere nel vuoto l’ennesimo insignificante insulto che si consuma sul web”.