Scene che hanno creato polemiche e soprattutto molta preoccupazione, per le conseguenze che queste folle per lo shopping possono avere sulla diffusione del Covid e sulla ripresa della curva dei contagi. Una premessa: è doveroso astenersi da giudizi sommari. Non si può puntare il dito sulle persone che dopo un periodo di restrizioni hanno avuto la possibilità di tornare a girare per la città. Così come sono legittime le aspettative dei commercianti che dopo settimane di stop hanno potuto riaprire le porte delle loro attività, sperando in una boccata d’ossigeno nelle ultime ore del week end del black friday. Detto ciò resta la cosa più importante: quelle sono immagini però che stridono con i numeri che ogni giorno continuano ad arrivare, da tutta Italia. Il bollettino dei contagi, dei ricoverati, dei decessi, per quanto arrivino segnali che fanno ben sperare, non possono farci abbassare la guardia.
Per questa ragione se, come ci auguriamo, nei prossimi giorni anche per il nostro territorio dovessero essere introdotte misure meno restrittive per le attività commerciali, per i pubblici esercizi e più in generale più possibilità di mobilità per le persone, abbiamo tutti noi l’obbligo di evitare scene come quelle viste a Milano e a Torino. Nel giorno che apre il mese delle festività e alla vigilia del possibile ritorno dell’Emilia Romagna a zona gialla, rinnovo un doppio invito: supportiamo i negozi di vicinato, le nostre attività, la nostra piccola rete commerciale, ma facciamolo in modo responsabile, tutelando la salute nostra e del prossimo. Come Amministrazione stiamo lavorando per supportare i commercianti in questa difficile fase attraverso diverse iniziative e vogliamo che il centro, i borghi, le aree urbane commerciali siano fruibili e a portata di cittadino. Sta a noi fare shopping, passeggiare, nel rispetto delle regole e delle norme di convivenza di questo periodo: distanziamento, osservare il numero massimo di clienti nello stesso negozio, avere l’accortezza di indossare sempre e bene la mascherina. Evitare dunque le possibili situazioni di assembramento, per non vanificare i tanti sacrifici di cui l’intera comunità – famiglie, imprese, istituzioni – si stanno facendo carico”.