Le motivazioni della contrarietà sono state formalmente elencate nel documento trasmesso dall’Amministrazione Comunale al Ministero dei Trasporti e alla Capitaneria di Porto, anche ad integrazione rispetto al parere inviato precedentemente.
Il Comune di Rimini, sulla base della Legge regionale e del Regolamento Urbanistico Edilizio comunale, per la definizione del suo parere si è avvalso dell’operato della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio, organo consultivo cui spetta l'emanazione di pareri, obbligatori e non vincolanti, sugli aspetti compositivi ed architettonici degli interventi ed al loro inserimento nel contesto urbano, paesaggistico e ambientale. Appare impropria la scelta di collocare in uno spazio marittimo davanti alla costa di maggior richiamo turistico a livello nazionale l’unico impianto eolico off shore che permetta all’Italia di raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima per il 2025. Rimini rappresenta un luogo a forte vocazione turistica che non può tollerare un impatto sul paesaggio di questo tipo. Il paesaggio, per la comunità riminese, non è un valore negoziabile. Non convince inoltre la riconfigurazione del posizionamento degli aerogeneratori con un lieve allontanamento dalla costa rispetto a quanto previsto nel primo progetto poiché rimane comunque troppo impattante in termini visivi e sempre, pesantemente, in termini di limitazione di spazi per la pesca.
Altra preoccupazione espressa dal Comune di Rimini nel suo parere riguarda la relazione tra campo eolico e attività della pesca e della marineria, per il quale “si esprime grave allarme per il minor grado di sicurezza per la navigazione delle imbarcazioni delle imprese di pesca e non solo, in quanto la presenza del campo eolico off-shore comporta la collocazione di nuovi ostacoli, disposti su un’area molto estesa (il progetto ridimensionato corrisponde a circa il 14,10% dell'area marina compresa tra le 5 e le 12 miglia di competenza della Capitaneria di Porto) e sulle principali rotte di navigazione. In particolar modo, si ritiene che i maggiori rischi per la sicurezza della navigazione possano riguardare le ore notturne, il periodo invernale e le condizioni meteo-marine sfavorevoli o con scarsa visibilità.
Infine, sempre considerando l’impatto della centrale eolica offshore sulla pesca e sulla marineria di Rimini, si sottolinea che ciò andrebbe a danno di un comparto che conta 90 imbarcazioni da pesca, 300 persone imbarcate ed una filiera ittica in provincia che vanta 450 imprese ed un export pari a 29,6 milioni di euro, posizionato al sesto posto in Italia secondo il VII rapporto di Unioncamere sull’Economia del Mare. La realizzazione del progetto entro le 12 miglia nautiche infatti porterebbe ad una ulteriore riduzione dell'area di pesca, in un ambito già soggetto a restrizioni e vincoli che ne limitano sensibilmente l'attività lavorativa da parte delle imprese del settore marittimo.