Anche come Anci Emilia Romagna, cioè di una regione leader nel turismo, abbiamo proposto al ministro punti specifici raccogliendo le proposte e le sollecitazioni provenienti da imprese, associazioni economiche del turismo, Comuni in relazione alle prime bozze sul tema indennizzi. Il rischio era (e mi sia consentito, è) che il cambio di passo auspicato rimanesse (rimanga) nel cassetto. Abbiamo lavorato chiedendo al Governo di superare le criticità emerse, seppur nelle prime indiscrezioni circolate. In particolare, sul periodo preso in considerazione per l’idoneità dei ristori e il tetto di fatturato di 5 milioni di euro, che escluderebbe una discreta parte delle imprese ricettive italiane. Il tema è sostenere un’industria intera, una filiera fatta di decine di migliaia di imprese, piccole, familiari, più strutturate, che danno servizi puntuali. Sono imprese colpite al cuore. Molto più di altri settori economici perché il turismo importa persone e non esporta prodotti.
Il Ministro Garavaglia mi ha confermato l’impegno per sostenere il comparto più danneggiato dalla pandemia, sottolineando come il decreto in preparazione contenga interventi calibrati sui danni economici effettivamente subiti, prendendo a riferimento un’intera annualità e non singole o doppie mensilità. Ampliare la possibilità di ottenere aiuti anche da parte di categorie fino ad oggi non ricomprese nei provvedimenti, dare risposte in tempi rapidi, sostenere tutte le aziende, dalle più piccole alle più robuste. Sul problema evidenziato dalle associazioni degli albergatori circa il tetto di fatturato dei 5 milioni e la necessità di riconoscere l’effettivo danno economico subito nell’intera annualità, il Governo con una nota ufficiale sembra aver accolto le proposte puntuali di comuni associazioni regioni. Bene. Abbiamo fornito numeri di imprese colpite e lavoratori, analisi su perdita economica di mercato e competitiva rispetto anche a competitor internazionali, per dare il nostro contributo a far sì che il decreto sia preciso, efficace e giusto. Regioni, Comuni, associazioni valuteranno il provvedimento una volta presentato. Abbiamo bisogno di risposte concrete, rapide e decise, che accolgano le richieste avanzate al Governo per sostenere il futuro del comparto turistico. È una serie di misure concatenate l’una all’altra, tutte indispensabili, che qui provo a riassumere:
- Fondo centrale di garanzia per imprese alberghiere
- Estensione 110% credito imposta anche per riqualificazione strutture turistico-alberghiere
- Bonus vacanze da trasformare in misura strutturale fino al termine degli effetti della pandemia
- Sostegno al comparto fieristico
- Sostegno agli aeroporti
- Turismo industria strategica: innovazione prodotto turistico, rigenerazione urbana
- Progetti integrati e logica premiale: lo Stato dà se gli Enti Locali dimostrano di mettere risorse loro
- Risposte alla questione concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo e canoni minimi
Serve insomma un piano strategico del turismo italiano. E serve non solo per rilanciare il settore industriale più duramente colpito ma per riconfigurarlo, ammodernarlo e renderlo pronto alle sfide internazionali del dopo Covid. Con il Next Generation UE abbiamo davanti una possibilità straordinaria per trasformare un problema in una opportunità, infrastrutturando finalmente il nostro Paese per renderlo all’altezza delle bellezze naturali, artistiche, storiche che lo rendono unico al mondo. Lavoreremo con lealtà e solidità per dare il nostro contributo, restando sul pezzo, nel merito e nei rapporti formali dove le questioni vanno discusse, sviscerate, argomentate. Di questo c'è bisogno se si lavora per il bene delle imprese e dei lavoratori”.