"Eppure, rispetto ad un anno fa, qualcosa è cambiato. A inizio aprile dell’anno scorso una delle principali emergenze che tutto il Paese si è trovato ad affrontare riguardava i casi di focolai divampati nelle Rsa, le strutture residenziali per anziani, luoghi ‘protetti’ per le persone più fragili dove il virus è riuscito ad insinuarsi. Anche nel nostro territorio non sono mancati i casi: ricordo perfettamente l’angoscia di quei giorni, la decisione di creare una task force con l’Ausl per gestire la situazione con la definizione di un piano operativo efficace e tempestivo, la fatica degli operatori e l’ansia dei famigliari, alimentata anche dal clamore di casi come quelli del Pio Albergo Trivulzio di Milano.
Ad un anno di distanza, nelle Rsa del nostro distretto, possiamo dire che la situazione è tornata quasi alla normalità, sia per l’azzeramento dei contagi da Covid, sia sul fronte dei nuovi ingressi, che sono ripresi ad inizio anno dopo il lungo stop forzato. Credo che questo rappresenti una sorta di luce in fondo al tunnel, un importante segnale di speranza, soprattutto in questa fase in cui si avverte tutto il peso di oltre un anno di convivenza con la pandemia. Prima di tutto è l’ennesima conferma che il vaccino è l’unica arma efficace per uscire da questo incubo e della necessità di affidarsi alla scienza e alla ricerca per guardare avanti: gli ospiti delle Rsa sono stati i primissimi ad essere vaccinati da quando la campagna è iniziata a fine dicembre scorso, garantendo così protezione alle categorie più fragili grazie anche ad un’efficace sinergia a tutti i livelli istituzionali. Inoltre, è importante che si torni a valorizzare il ruolo delle residenze per anziani, centri di prima qualità a cui famigliari affidano i propri cari, consapevoli che la loro fiducia sarà ripagata con un servizio attento e sicuro."