La Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha già espresso parere favorevole all’innalzamento delle soglie massime, motivando il parere con l’adeguamento ai limiti di altri Paesi europei meno cautelativi in materia.
La necessità, resa evidentissima dalla pandemia, di colmare il digital divide non può essere contrapposta alle cautele e alle preoccupazioni, espresse da medici e esperti, circa la salute dei cittadini, considerando che il regime legislativo adottato sinora dal nostro Paese è tra i più virtuosi al mondo. C’è una chiara, palese, tangibile attenzione dei cittadini, in ogni parte d’Italia, su un tema che sempre più viene percepito come direttamente impattante la qualità di vita individuale e collettiva. Una sensibilità crescente, dimostrata anche dalle voci critiche che si levano in ogni città allorché le compagnie telefoniche, ad esempio, scelgono siti per ubicarvi antenne e ripetitori, con una normativa - questa sì da cambiare - che lega le mani agli Enti locali preoccupati per la vicinanza con luoghi cosiddetti sensibili.
L’innalzamento dei limiti sarebbe chiaramente un aprire indiscriminatamente il recinto, senza considerare le situazioni e i contesti particolari in cui le stazioni radiobase operano. Bisogna invece che siano gli Enti locali, con i loro Regolamenti, ad avere voce in capitolo su problemi come questi. Mi sento di fare anche mie alcune delle proposte che associazioni ambientaliste nazionali e comitati cittadini hanno già avanzato al Presidente Mario Draghi. A partire dal coinvolgimento, nel processo di valutazione della proposta di nuova legge, del Ministero della Salute a promuovere la ricerca per individuare tecnologie che garantiscano il rispetto dei Principi di Precauzione e Prevenzione; a mantenere il valore dei 6 V/m per gli edifici in cui si sosta per oltre 4 ore al giorno, sino al mantenimento dello strumento del Regolamento comunale come forma di pianificazione territoriale e tutela”.