Descrizione
Il Cinema Teatro Astoria di Rimini viene realizzato tra il 1975 e il 1977, ma le sue origini risalgono alla fine degli anni Sessanta, quando il Comune delibera il progetto di massima del “V Comprensorio Ausa”, una nuova area di sviluppo della città inserita nel Piano delle zone destinate all'Edilizia Economica e Popolare (PEEP).
I piani di zona erano stati istituiti con lo scopo di limitare la speculazione edilizia e la rendita fondiaria, vincolando porzioni di territorio per la costruzione degli alloggi economici e popolari e i servizi complementari annessi: i comuni potevano espropriare i terreni, per poi concederli agli assegnatari in proprietà o più di frequente in diritto di superficie, tramite una convenzione della durata massima di 99 anni che fissava anche i prezzi di vendita e locazione degli immobili.
Uno degli aspetti più interessanti dei piani di zona era appunto la previsione, accanto agli alloggi e agli interventi di urbanizzazione, di servizi e attrezzature per la vita sociale e collettiva, spesso sotto forma di centri civici o di quartiere.
Nel V PEEP infatti una parte degli oltre 575.000 mq di superficie interessata veniva destinata a scuole (materne, elementari e medie), verde pubblico, campi sportivi e attività varie, tra le quali in particolare un centro parrocchiale, un centro civico e commerciale e una “sala di spettacolo”.
29/10/1966: sulla stampa appare il primo progetto del nuovo PEEP Ausa (Biblioteca civica Gambalunga)
Il nuovo PEEP Ausa in un opuscolo del Comune dei primi anni ’70 (Biblioteca civica Gambalunga)
Il plastico del V PEEP Ausa (da: “Rimini 70, cinque anni di attività”, Biblioteca civica Gambalunga)
Due soci per un nuovo Cinema
Il 27 dicembre 1972 i soci Almo Cabri e Martino Bonfè (già gestori di una sala cinematografica in città) inoltrano al Comune di Rimini un’istanza per la concessione del diritto di superficie dell’area, annessa al futuro Centro di quartiere del PEEP Ausa, dove era stata già prevista la realizzazione di una “sala di spettacolo” secondo il progetto di massima del Comprensorio. La sezione Urbanistica dell’ente accoglie la domanda ed invita gli assegnatari a presentare un progetto esecutivo dell’opera, che sarà poi deliberato dal Consiglio comunale.
Il progetto viene redatto dall’architetto modenese Vinicio Vecchi (1923-2007), un vero esperto di sale cinematografiche, avendone realizzate in tutta Italia oltre sessanta: a Rimini ad esempio aveva già disegnato il Cinema Capitol di Via Cairoli, inaugurato nell’aprile 1968. Il suo progetto prevede la realizzazione di due sale: la prima con una capienza di 900 posti e destinata a pubblici spettacoli, la seconda da 400 posti «a disposizione dell’Amministrazione per tutte le manifestazioni che riterrà più opportuno». I costruttori avevano stimato un costo complessivo iniziale di circa 170 milioni di lire, ma nel piano finanziario si parla di una cifra intorno ai 400 milioni, che considera anche tutti gli impianti, le attrezzature e gli arredi.
Il 9 aprile 1974 il Comune firma la convenzione con gli stessi Cabri e Bonfè per l’edificazione di un cinema-teatro, su una superficie di circa 2.400 mq comprendente l’edificio principale, le rampe di collegamento e il piazzale antistante.
La convenzione specifica che le rifiniture debbono essere adeguate «alla destinazione dell’opera ed alla funzionalità dell’intero complesso, con attrezzature moderne di proiezione ed impianti di ventilazione e riscaldamento in linea con le nuove disposizioni vigenti sul fumo nei locali pubblici». A carico dei concessionari spettano tutte le spese inerenti alla costruzione dell’opera e la sistemazione dell’area esterna, nonché la corresponsione di un canone annuo di lire 5.000.
La durata della concessione era inizialmente stabilita in 70 anni (poi prolungata a 80), al termine dei quali tutta l’area – unitamente all’immobile – sarebbe ritornata in pieno diritto nella disponibilità del Comune, con conseguente volturazione della licenza di esercizio per il cinema-teatro (ma con prelazione da parte dei proprietari sulla nuova gestione). Il Comune inoltre si garantiva l’utilizzo delle sale – a titolo gratuito e con il solo rimborso delle spese per personale addetto, utenze e pulizie – per manifestazioni di tipo culturale e di spettacolo «non speculativo e non concorrenziale con la gestione».
Il Cinema Astoria inserito nel contesto del futuro Centro Ausa (Comune di Rimini, Archivio storico, 1973)
La facciata principale dell’edificio (progetto definitivo, 1975)
Il lato destro del Cinema, con la lunga rampa di collegamento
Una sezione trasversale: da notare la torre scenica, alta 13 metri
La pianta della sala maggiore, da 910 posti
L’apertura il 30 ottobre 1977
Il “Politeama Astoria-Jolly” di Rimini è stato edificato secondo le più moderne tecniche dello spettacolo, favorendo la funzionalità, il benessere e la visibilità. I lavori, sotto la direzione dell’architetto Pier Carlo Righetti, sono durati circa due anni e sono stati realizzati dalla ditta di Luigi Santarelli, la stessa che aveva già costruito il Cinema Capitol di Via Cairoli, inaugurato nel 1968 proprio di fronte al Cinema Italia (poi Teatro degli Atti).
L’edificio occupa una superficie coperta complessiva di oltre 1.400 metri quadri, ha un’altezza massima di 17 metri e si sviluppa su tre piani (oltre al piano terra), con una volumetria di 20.000 metri cubi. In cemento armato, è costituito da due sale, rispettivamente da 910 e 348 posti: l'Astoria, nella parte alta, accessibile da una scalinata e dotata di un ampio palcoscenico (220 mq.), di una torre scenica alta 13 metri e di circa 300 mq di spazi di servizio; e il più piccolo Jolly, nella parte bassa. Quattro i proiettori, due per sala.
Poltroncine comode e gradinate spaziose garantivano comfort e accessibilità, ma attenzione particolare era stata riservata anche all’impianto di sonorizzazione, dotato di pannelli acustici e di accorgimenti antivibrazione, studiato per essere il più possibile uniforme in tutta la sala. Le pareti, rivestite di materiali fonoassorbenti, garantivano la realizzazione anche di spettacoli canori e di recitazione.
L’impianto di condizionamento, di riscaldamento ed elettrico erano stati realizzati con sofisticati automatismi d’avanguardia, così come il sistema di proiezione.
A completare il tutto un fornitissimo bar (poi spostato vicino alla biglietteria lato ovest nel 1984) e ampio parcheggio.
L'apertura avviene il 30 ottobre 1977, con la proiezione all'Astoria di "New York New York"; la sala Jolly invece inaugura due settimane dopo, il 12 novembre, con “Certi piccolissimi peccati”.
1975-1976: il cantiere del nuovo Cinema (ⓒ Archivio Vinicio Vecchi, Biblioteca Poletti, Modena)
1975-1976: il cantiere del nuovo Cinema (ⓒ Archivio Vinicio Vecchi, Biblioteca Poletti, Modena)
Ottobre 1976: il cantiere del nuovo Cinema (ⓒ Archivio Davide Minghini, Biblioteca Gambalunga, Rimini)
30/10/1977: la locandina del primo film proiettato all’Astoria (da “Il Resto del carlino”)
Il cinema Astoria negli anni Ottanta
Il Politeama, inaugurato nel 1977, era gestito dalla società “Cinema Astoria-Jolly s.p.a.”, amministrata da Martino Bonfè. Nei primi anni di attività il cinema ebbe un buon riscontro da parte dei cittadini, sia per le caratteristiche innovative della struttura, che per la programmazione varia, che spaziava da pellicole “blockbuster” (di solito all’Astoria) a film più ricercati (al Jolly), questo nonostante l’apertura fosse avvenuta in un momento storico in cui il mercato dei cinema era già saturo e sofferente (solo a Rimini e circondario vi erano una trentina di sale al chiuso e altrettante arene estive).
In generale la qualità dei film non era di alto livello e i produttori spesso preferivano pellicole vietate ai minori, senza considerare la concorrenza della televisione e di altre forme di intrattenimento come teatri e discoteche. Il prezzo dei biglietti, il costo dei noleggi e non ultimo il divieto di fumo imposto da alcuni gestori, completavano il quadro delle criticità.
Nelle capienti sale dell’Astoria sono stati proiettati film che hanno segnato la storia del cinema: i primi episodi delle saghe di Guerre stellari (1977) e di Ritorno al futuro (1985), veri e propri eventi ancora impressi nella mente di tantissimi riminesi e resi ancora più grandiosi dall’audio in Dolby stereo. E possiamo citare ancora, solo a titolo esemplificativo, altri capolavori internazionali come West side story, Grease, Attrazione fatale, Rain man. E accanto alle novità venivano riproposte pellicole storiche, come Via col vento in programma al Jolly nel 1982, e i classici Disney per tutta la famiglia, Biancaneve e i sette nani (1987), La bella addormentata nel bosco e Lilly e il vagabondo (1989).
Il Politeama Astoria-Jolly appena terminato (da “Luoghi e architetture del cinema in Italia”, a cura di S. Caccia, ETS, 2010)
Fonte: “Il resto del carlino” (1977)
Fonte: “Il resto del carlino” (1985)
L’Astoria al centro del Quartiere: la sala riunioni
Nel 1978 il Consiglio comunale di Rimini approva una modifica alla convenzione, sottoscritta nel 1974 con Almo Cabri e Martino Bonfè per la gestione dell’Astoria, poiché si decide di ricavare e attrezzare una sala riunioni da 160 posti per il Quartiere n. 3 nel sottopalco del cinema - e dunque nella parte posteriore - in seguito al ridimensionamento del vicino Centro civico (il Centro Ausa viene ultimato nei primi anni Ottanta).
L’accordo prevede che sarà realizzata a spese della Società (con esclusione degli arredi, a carico dell’Ente) e concessa gratuitamente allo stesso Comune in sostituzione del Cinema Jolly, che così può ritornare nella piena disponibilità dei gestori: il suo utilizzo come sala per assemblee infatti era ritenuto troppo disagevole, per via delle tempistiche di preavviso e dei costi vivi da sostenere. Contestualmente, la durata della convenzione viene aumentata di 10 anni, portandola a 80. La nuova sala riunioni viene inaugurata nel 1981.
Piccola curiosità: allo stesso periodo risale anche un progetto - mai realizzato - per trasformare la torre scenica in uffici, aggiungendo altri tre piani calpestabili. Probabilmente si era pensato di adibire parte del cinema a vero e proprio centro di quartiere, destinando gli spazi del costruendo Centro Ausa ad altre funzioni. D’altra parte, l’Astoria non è mai stato utilizzato come teatro, nonostante fosse predisposto anche per questa attività.
Cinema Jolly, 8 gennaio 1979: incontro-dibattito con i cittadini organizzato dal Comune e dal Quartiere 3 sui problemi del V Peep (© Biblioteca civica Gambalunga, Archivio Minghini)
Progetto per la realizzazione di una sala riunioni: contesto esterno e parcheggi (Comune di Rimini, Archivio storico, 1979)
Progetto per la realizzazione di una sala riunioni: la posizione all’interno del complesso (Comune di Rimini, Archivio storico, 1979)
6 febbraio 1982: una assemblea di insegnanti nella nuova sala riunioni del Quartiere 3 (© Biblioteca civica Gambalunga, Archivio Minghini)
Cinema…e non solo: convegni, rassegne e manifestazioni
L'Astoria non era semplicemente un cinema: era stato progettato per diventare uno spazio polifunzionale e per questo venne dotato di palcoscenici per ospitare spettacoli teatrali e musicali, convegni e iniziative culturali di vario tipo.
Nel corso della sua trentennale attività il Politeama ha accolto diverse manifestazioni: una delle più note, non solo ai riminesi, è sicuramente il Meeting per l'amicizia fra i popoli.
Nel 1983 si è svolta un’importante rassegna sul cinema di fantascienza, infatti il tema scelto dal Meeting era "Uomini, scimmie, robot". L'Astoria è stato utilizzato dal Meeting come sede di proiezioni anche in seguito, prima saltuariamente e poi con maggiore frequenza a partire dal 1989, ospitando altre rassegne a tema.
Negli stessi anni inoltre diverse forze politiche vi hanno tenuto congressi, ad esempio l'ex PCI: ricordiamo in particolare il congresso del febbraio 1990 che ha visto la partecipazione di 317 delegati. Molto importante anche quello del marzo 1991, il primo della Federazione riminese del nuovo PDS.
Ma l’Astoria è stato teatro anche di singolari proteste, come nel biennio 1993-1994 quando venne “occupato” a più riprese dagli ex ospiti della Comunità di San Patrignano, riuniti in Associazione per difendere pubblicamente l’operato di Muccioli durante l’inchiesta giudiziaria sul delitto Maranzano.
Agosto 1983: giovani spettatori attendono fuori dal cinema (da “Meeting notiziario”, Biblioteca civica Gambalunga)
Febbraio 1990: un momento del 16° Congresso del PCI di Rimini (© Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della provincia di Rimini)
Marzo 1991: Sergio Gambini interviene al Primo Congresso del nuovo PDS di Rimini (© Biblioteca civica Gambalunga, Archivio Raggi)
Febbraio 1994: un momento della protesta degli ex ospiti di San Patrignano (© Biblioteca civica Gambalunga, Archivio Riminipress)
Il Cinema Teatro Astoria negli anni Novanta
Nel corso della sua trentennale attività, diversi esercenti si sono avvicendati alla guida dell’Astoria, modificandone la struttura societaria: in seguito alla morte di Martino Bonfè nel 1987, la gestione passa a Luigi Santarelli, che il cinema l’aveva costruito. Nel 1995 viene rilevato dalla moglie Vilelma Amati, già socia accomandante, ma quattro anni dopo lo cede in affitto alla società “Millennium s.a.s.” dei fratelli Giometti, la stessa che aprirà la multisala Le Befane nel 2005.
L’anno che segna uno spartiacque nella vita del Politeama è il 1992: in un momento di crisi del settore (avevano appena chiuso il Capitol e l’Eliseo) e con un investimento di oltre 700 milioni, i gestori rinnovano completamente le due sale, che da questo momento non si chiamano più Jolly e Astoria, ma semplicemente Astoria 1 e Astoria 2. Oggetto dell’intervento le poltroncine (sostituite), gli impianti a norma CEE, l’insonorizzazione, gli ingressi, gli arredi, le insegne, la verifica del sistema Dolby esistente, nonché la predisposizione per l’aria condizionata e addirittura l’installazione di luci psichedeliche per determinate pellicole con effetti speciali!
Il cinema riapre il 3 settembre con i film La mia peggiore amica e Le mani della notte, ma per l’inaugurazione ufficiale prevista per il 17 settembre viene ideato un vero e proprio evento, la proiezione in simultanea nelle due sale dell’attesissimo Basic instinct: il primo giorno solo su invito, poi per un mese intero aperto a tutti.
La multisala Astoria in una immagine degli anni ’90 (© Archivio Riminipress, Biblioteca civica Gambalunga)
17 settembre 1992: le nuove sale Astoria 1 e 2 accolgono il film dell’anno (da “Il resto del carlino”)
Dalla chiusura al rilancio
La diffusione delle multisale a partire dalla fine degli anni Novanta mette in discussione, a Rimini come nel resto d’Italia, l’esistenza stessa dei cinema tradizionali: nel 2007 le sale ancora attive in centro storico e dintorni, a parte la Cineteca e il Tiberio, erano il Corso, il Fulgor e le due al Settebello (tra l’altro tutte gestite dai fratelli Giometti e dal socio Succi). L’anno fatidico è il 2008: prima il Settebello e poi il Fulgor chiudono per ristrutturazione, mentre l’Astoria cessa le proiezioni il 27 aprile, anche se la società viene sciolta solamente nel 2016. «E’ finita un’epoca» ammette Stefano Pivato, al tempo assessore alla cultura, «nel senso che sono definitivamente mutati (non a Rimini, ma in Italia e nel mondo) gusti, consumi e costumi del pubblico in particolare nella fruizione dello spettacolo».
L’Astoria dunque chiude i battenti nella primavera del 2008 (ultimi film proiettati: I demoni di San Pietroburgo e Ortone e il mondo dei Chi) ma la voce delle istituzioni non tarda molto a farsi sentire. Nel febbraio 2009 il vicesindaco Maurizio Melucci annuncia pubblicamente la candidatura di Rimini a Capitale europea della cultura per il 2019, assieme a Ravenna: la città ha bisogno di nuovi spazi per la cultura, a partire proprio dall’Astoria, che viene indicato come luogo ideale per il teatro, la danza e la musica, perché già dotato di palchi e a cui in fondo servirebbe solo una piccola ristrutturazione.
Un anno dopo Emma Petitti, presidente della commissione cultura, presenta un progetto preliminare per rendere l’Astoria un luogo di ricerca e sperimentazione delle arti visive in genere, a disposizione delle realtà culturali locali (che sposano subito l’iniziativa) e all’interno di una collaborazione tra pubblico e privato. A tale scopo il Comune approva un primo intervento di manutenzione straordinaria (foyer, impianti, intonaci, arredi, ecc.), da realizzare in un triennio: una semplice rifunzionalizzazione, in attesa di trovare maggiori risorse per una piena trasformazione. Nel 2011 la vicina Scuola “Bertola” ottiene l’utilizzo della sala riunioni sul retro del cinema, per ricavarne aule didattiche per i corsi di italiano per stranieri.
Negli anni successivi il nuovo sindaco Andrea Gnassi porta avanti l’idea della “Casa delle culture”, un hub polivalente per la ricerca e la produzione culturale. Nel 2014 sembra arrivare la svolta per il futuro dell’ex cinema: il Tribunale di Rimini, nelle more della conclusione della controversia legale tra la proprietà e il Comune, dispone il rilascio dell’immobile a quest’ultimo, per fermarne il degrado e permettere così di subentrare nella gestione. Vengono dunque finanziati ulteriori interventi, che però subiscono dei ritardi prima a causa delle norme sulla spending review, poi della pandemia: attualmente infatti gli unici ambienti agibili dello stabile sono l’atrio-foyer, i servizi igienici e parte dei percorsi esterni e della terrazza al primo piano, mentre le due sale sono ancora chiuse al pubblico per problemi di sicurezza dei soffitti.
Tuttavia non sono mancate alcune iniziative di riuso temporaneo: le più significative sono state quelle della compagnia teatrale Motus nell’ambito del Santarcangelo Festival (Go deep: atelier A-storia, 2015) e dell’associazione di promozione sociale Il palloncino rosso (AstOrto, Rimini Wake Hub e flash mob musicale con l’orchestra Novensemble nel 2017 e Ritorno all’Astoria? 1977-2027 nel 2019).
Il Resto del Carlino, 02/09/2008
Corriere di Rimini, 11/02/2009
Il Resto del Carlino, 06/03/2014
Il Resto del Carlino, 21/05/2017