Descrizione

Il quadro normativo in materia di acque di balneazione è regolamentato dalla Direttiva Balneazione 2006/7/CE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 116/2008, a sua volta seguito dal decreto attuativo del 30 marzo 2010.

La stagione balneare 2010 è stata la prima ad essere monitorata secondo quanto previsto dalla citata normativa. La Direttiva in vigore privilegia una gestione integrata della qualità delle acque allo scopo di mettere in atto azioni volte a prevenire l´esposizione dei bagnanti a rischi per la salute. Il monitoraggio e l´attuazione di misure di gestione hanno l´obiettivo di riconoscere e ridurre le possibili cause di inquinamento. Le misure di gestione possono essere ottimizzate mediante un´accurata conoscenza del profilo di costa.

I principali aspetti normativi sono:

  • determinazione di solo 2 parametri batteriologici: Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, ritenuti i migliori indicatori di contaminazione fecale;
    Parametri  Enterococchi intestinali  Escherichia coli  

Valore    200 UFC/100ml         500 UFC/100ml

  • frequenza dei controlli almeno mensile durante la stagione balneare, secondo un calendario stabilito prima dell'inizio della stagione, per un numero minimo di 4 campioni all'anno per ogni punto di prelievo;

  • giudizio di qualità basato su calcolo statistico;

  • classificazione delle acque di balneazione in acque di qualità eccellente, buona, sufficiente e scarsa, effettuata con cadenza annuale sulla base dei risultati dei monitoraggi delle ultime 4 stagioni balneari;

  • analisi integrata d´area basata sulla conoscenza del profilo di costa antistante e messa in relazione dello stato di qualità delle acque di balneazione con le possibili fonti di contaminazione;

  • intervento con le necessarie misure di gestione sulle fonti di impatto rilevate ai fine di perseguire obiettivi di miglioramento della qualità delle acque;

  • informazione al pubblico dettagliata e tempestiva.

Oltre ai due parametri microbiologici (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali) la normativa ne prevede altri, quali la proliferazione di cianobatterimacro-alghefitoplancton, e la presenza di residui bituminosi, vetro, plastica, gomma o altri rifiuti, che non vengono considerati ai fini della classificazione, ma sono tenuti in considerazione in quanto, qualora giungano a rappresentare un rischio per la salute, fanno scattare misure di gestione atte a prevenirne l´esposizione, inclusa un´adeguata informazione ai cittadini. 

Normativa

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Ultimo aggiornamento

20/01/2023, 03:54