TI RACCONTO UNA STORIA
20 GIUGNO
Proiezione del film
Bangla
- ore 18 Aperitivo e incontro con il regista
- ore 19 Proiezione del film
Biblioteca Gambalunga
Via Gambalunga 27, Rimini
Ingresso libero
Ti racconto una storia. Regina e Demba. E poi Julia, Aman, Jamil.
Cinque storie da conoscere, di nostri concittadini, che hanno contribuito a fare bella la nostra città. Ognuno con i propri talenti, senza nascondere le proprie difficoltà.
Demba
Demba gioca a calcio nella squadra della nostra città. La stessa squadra che poche settimane fa ha raggiunto un grande obiettivo: la promozione in Serie C.
Per Demba Kamara, classe 2003, è un sogno che si realizza. Lui che fino a 3 anni fa giocava per le strade di FreeTown, in Sierra Leone, uno dei paesi con la mortalità infantile più alta del mondo. È grazie al progetto SAI - Sistema di Accoglienza e Integrazione - se è potuto rimanere in Italia per proseguire il suo percorso calcistico.
Regina
Regina è arrivata dalla Nigeria in Italia 5 anni fa. Suo figlio Destiny, nato prematuro a 5 mesi, è stato ricoverato per diverse settimane presso il Reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Rimini. “È un miracolo, pesava 500 grammi” dice Regina. “Hanno salvato la vita di mio figlio. Se si chiama Destiny il motivo è proprio questo: qualcuno ha voluto così”. Regina e Destiny sono stati accolti nel progetto SAI dopo la nascita del bimbo. Ora vivono con la famiglia Mancuso, da ormai due anni. Regina lavora presso una cooperativa del territorio.
Aman
Aman viene dall’Afghanistan. È arrivato a Rimini passando per la Rotta Balcanica, come minore straniero non accompagnato. Anche lui è stato accolto nel progetto SAI per minori, oggi lavora come cameriere. Grazie all’Associazione Agevolando ha trovato la sua seconda famiglia: Paola, Mauro e Santiago. “Ti faccio vedere una foto del mio paese di origine. Sono mio nonno, mio padre e mio nipote, nel campo di famiglia. Non li vedo da 7 anni.”
Yulia
Yuliia viene da Odessa, è scappata poco più di due mesi fa dalla tragedia della guerra in Ucraina. Sul cellulare ha le foto del book che avevano fatto con la sua famiglia pochi mesi fa, prima di Natale. “È cambiato tutto in così poco tempo”.
Jamil
Anche il nostro sindaco ha una storia che viene da lontano. “Erano gli anni ‘60 quando mio padre venne per la prima volta in Italia. Veniva dalla Persia, che in quel tempo era una terra ricca. Conobbe mia madre e decise di trasferirsi per sempre a Rimini”.
Jamil ha il padre iraniano e la madre di Coriano. Ci racconta qualcosa di molto personale. “Era il 1980 e mio padre si trovava a Shiraz in Iran dai suoi fratelli, quando scoppiò la guerra con l'Iraq. Non esisteva internet e io, bambino di 8 anni, non capivo cosa fosse la guerra che impediva a mio babbo di tornare da me. Mia madre non era più la stessa, la vedevo piangere. Non riuscivo più a parlare al telefono con mio padre.
Dopo cinque mesi di invasione di Saddam Hussein, mio padre riuscì ad arrivare via terra in Turchia e da lì a tornare in Italia.”
Conclusione
Giornata mondiale del rifugiato
Ogni anno, il 20 giugno, si celebra la Giornata Mondiale del rifugiato. L’appuntamento, sancito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di oltre 70 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo che, costretti a fuggire da guerre e persecuzioni, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era la loro vita per cercare salvezza altrove.
Per celebrare questo evento il Comune di Rimini ha organizzato la proiezione del film Bangla (2019 - Trailer Ufficiale ) preceduto dall’aperitivo con il regista, per approfondire il tema con una nota ironica e simpatica.
Il rifugiato - sulla base dell’articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951- è colui “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra”.