Qualità dell’aria, più che dimezzate in dieci anni le giornate di superamento del valore limite di Pm 10

Nel 2021 sono state 36, nel 2011 furono 72. Il picco nel 2012 con 89 superamenti.

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La qualità dell’aria di Rimini continua a migliorare, con un più che dimezzamento negli ultimi dieci anni degli sforamenti dei livelli limite di pm 10 registrati dalle centraline del territorio. Sono stati infatti 36 nel corso del 2021 le giornate di superamento del valore del PM10 (50 µg/m3), dato che vede dunque Rimini vicinissima al raggiungimento del limite massimo imposto dalle norme nazionali che fissano a 35 la soglia di giornate di sforamento da non superare. Il dato 2021 conferma un calo rispetto al 2020 (anno particolare per l’effetto lockdown, con un minore traffico sulle strade ma con un probabile aumento delle emissioni legate al riscaldamento degli edifici) ma soprattutto evidenzia un progressivo miglioramento della qualità dell’aria su scala decennale: nel 2011 la centralina Flaminia registrò 72 sforamenti, Il doppio esatto dell’anno appena passato, per poi toccare il picco nel 2012, con 89 superamenti. Buoni anche i dati sul biossido di azoto, elemento che più rapidamente risponde alle variazioni delle emissioni derivanti dal traffico veicolare, con valori medi in linea con quelli dello scorso anno.

“Il dato è incoraggiante – sottolinea l’assessora all’Ambiente Anna Montini – e conferma il trend di deciso calo del numero di sforamenti del limite giornaliero del pm 10 degli ultimi dieci anni. Non è un risultato scontato: confrontando anche i dati dei territori emiliani e del bacino padano, troviamo anche città dove si sono contate fino a settanta giornate di sforamento. A Rimini abbiamo dunque respirato un’aria migliore, conseguenza di condizioni climatiche e strutturali favorevoli che si intrecciano alle politiche ambientali avviate negli ultimi anni, con un’attenzione alla rigenerazione urbana in chiave ambientalmente sostenibile e alla promozione della mobilità alternativa all’auto. Un sentiero che continueremo a percorrere, investendo sull’implementazione delle infrastrutture verdi, sulla messa a dimora di alberi nei viali e di alberature forestali azioni che hanno un effetto nel contrastare l’inquinamento atmosferico, il global warming e che complessivamente incidono sul miglioramento della qualità urbana. Altra azione, altrettanto decisiva, sarà investire sull’informazione del corretto uso delle biomasse ai fini del riscaldamento domestico e degli edifici, che resta anche a livello nazionale il vero tallone di Achille. La diffusione delle stufe a pellet obsolete e dell’utilizzo dei camini a legna ha un impatto molto negativo sulla qualità dell’aria in ambito urbano, in modo particolare sul particolato PM10. Dobbiamo investire su campagne di sensibilizzazione per renderne consapevoli i cittadini”.

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Ultimo aggiornamento

13/01/2024, 00:10